\ I Disoccupazione e progresso tecnologico sione che la contrap-posizione •delle due tesi è errata, pèrché non coglie la sostanza del problema. Sembra infatti possibile conclud-ere che la ragione essenziale del ritardo nel raggiungimento di un livello soddisfacente di occupazione non sia da ricercarsi nel troppo rapido ammo,dernamento tecnologico del nostro sistema produttivo - che, guardando· all'intero perio,do 1948-1968, non è stato particolarmente rapid·o - ma ad una errata politica di ammodernamento seguita per molto tempo. Si può soste·nere cioè che non è stata l'adozione di tecniche produttive più moderne, ma il momento in cui tali te-cniche sono state introdotte nell'in,dustria manifatturiera a generare problemi di vario· genere e in particolare il conflitto tra riduzio.ne della disoccupazio,ne e mantenimento della efficienza competitiva del nostro sistema industriale. Se questa tesi è corretta, come cercheremo di mostrare nelle prossime pagine, e·ssa può contribuire a spiegare perché in questi anni, no-nostante una ampia politica di incentivi alla in-dustrializzazione del Mezzogior110·, gli insediamenti industriali nel Sud siano stati relativamente poco numerosi e prevalentemente •dovuti a imprese pubbliche o a partecipazione pubblica. D'altra parte, da questa interpretazione deriva una specifica conseguenza di politica economica: gli strume·nti di inteTvento nell'economia di cui oggi disponiamo sono insufficienti a correggere le tendenze spontanee del sistema economico: l'attenuazione del divario di reddito tra il Nord e il Sud e il raggiungimento dei traguardi di occupazione pre·visti dal Piano Economico Nazionale richiedono dt1n,que l'impostazione di. una politica economica pii.1 moderna e flessibile. Nel periodo del se,condo do,poguerra possono essere individuate sostanzialmente tre fasi dal pt1nto di vista delle caratteristic.he tecnolo.giche degli investimenti fissi nell'industria manifatturiera italiana. Nella prima fase·, che coincide con il perio·do della riç:ostruzione economica post-bellica, si è realizzata una sostanziale trasformazio·ne tecn1 ologica della nostra struttura industriale rispetto al p-eriodo p·rebellico. Le imprese infatti hanno introdotto, al posto degli impianti distrutti nel corso del conflitto mondiale, impianti tecnologicamente più moder11i. Ciò naturalmente non ha co,nsentito l'assorbimento pieno delle disponibilità di manodop-era: no•n solo in quanto subito do·p·o la guerra ebbe· inizio il •processo di esodo dall'agricoltura e di urbanizzazione delle masse rurali, pro-cesso che caratterizza tutto il secondo dopoguerra italiano, ma anche perché fino a circa il 1951 l'eco1 nomia italiana ebb·e una -capacità pro-duttiva inferiore a quella prebellica,. ed essendo tale capacità produttiva ge7 ibl-iotecaginobianco
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