.. RECENSIONI Una geografia nuova Che il problema del nostro Mezzogiorno, calato 1n L1na prospettiva mondiale, ap·paia di dimen·sioni territoriali e di ampiezza demografica n1odeste, è abbastanza ovvio. L'arret,ratezza di qualche milione di uo,mini e di qualche decina di migliaia di chilometri quadrati di contrade no•n sono paragonabili, anche solo da questo punto di vista dimensionale, alla fame, alla miseria, alla depressione sociale dei milioni di chilom·etri quadrati e delle centinaia di milioni di uomini di un'India, di una Cina, di un'America meridionale, di un'Africa. Anche se le difficoltà dei problemi da risolvere non possono essere riferite con esatta propo,rzionalità alla scala delle grandezze territo,riali e demografiche, non p~r dubbio infatti che ad una differenza dell'ordine di quella che corre tra l'Italia meridionale e le altre grandi parti depresse del mondo deve corrispondere anche una grandissima differenza nell'im,peg110 politico, scientifico, tecnolo,gico e finanziario• che si domanda nelle due diverse situazioni. Se ne ricava, in prima indicazione, un ulteriore argomento· a favo·re di chi sostiene la possibilità, e conseguentemente il dovere, di rìso1vere la no·stra questione meridionale, se no•n altro per l'esiguità delle sue dimensio,ni e difficoltà, che sfugge sia a chi « nella parte più ricca del Paese » sente « la sorte del Mezzogiorno» co1 me « un non problema», sia a chi, pur inquadrandola in un àmbito nazio·nale, sovrastima l'im,pegno che vi si deve dedicare (spiega Saraceno che « per i ceti imprenditoriali delle regioni ricche il sottosvilup,po delle zone in cui esse non sono presenti è un non problen1a, o quanto meno è un p-roblema solo in quanto quelle regioni sono motivo - essi di1 co,no - di uno spreco di capitale che troverebbe altrimenti proficuo impiego nelle regio,ni ricche». (Cfr. P. SARACENO, La politica di sviluppo regionale nella esperienza italiana, in: « .Nord e Sud», n. 162, maggio 1968, p. 86 e p. 113). In linea generale poi e di metodo, la collocazione dei problemi locali in una prospettiva geograficamente aperta, anche se non necessariamente mondiale, dovrebbe rappresentare una ·costante culturale, in grado di offrire dei termini di riferimento analoghi, e insieme di rendere evidenti i legami che inquadrano ogni problema e ogni area nella fitta maglia di relazioni orizzontali della superficie terrestre. Per un verso cioè, uscendo dai limiti angusti in cui è raccl1iuso territorialmente un prob1ema, è possibile rint,racciare in altre parti della superficie terrestre casi analoghi, situazioni tipiche, soluzio,ni sperimentate. Per alt·ro verso, è possibile anche am_-pliare il ventaglio· dei fattori ai 102 Bibi iotecag ino~ianco
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