... Marinella Balestrieri Terrasi piani viene in seguito effettuata dallo, stesso Co·mitato dei · Ministri, n1entre la loro appro,vazione spetta al CIPE. Il fatto che si sia parlato di « intese » no•n deve fare illudere sul ruolo· svolto dalle amministrazioni regio·nali, dal mo,mento, che non solo· il mome~to, dell'appro·vazio,ne del piano, ma anche quello della sua formulazio·ne sfuggono ad un loro effettivo co•ntro1 llo . .l-\ncora di più l'analisi del progetto di legge sulle procedure della programmazio-ne serve a dimostrare come le regioni rappresentino l'« o·ggetto » piuttosto· che il « soggetto» della pianificazio-ne regionale. Esse, infatti, no•n intervengono in sede di formazio·n-e e ap-provazione del programma e pertanto non partecipano alla fissazione degli obiettivi, in funzione dei quali dovranno invece organizzare i pro·pri schemi di sviluppo eco,no,mico·. Questi appaio-no- soprattutto degli stn1menti analitici di cui il CIPE si avvarrà per l'elaborazione del piano economico nazionale e della sua articolazio·ne regionale. In fase di attuazio,ne del programma, poi, le regioni posso,no essere delegate dallo Stato di alcune competenze amministrative relative agli interventi nell'econo·mia, mentre, dal canto loro, dovranno• emanare leggi di « interv.ento » nella materia di rispettiva co•mpetenza subordinatamente agli obiettivi « globali e settoriali » e ai « criteri generali dell'assetto territoriale » contenuti nel programma. Vi sono argo.menti sufficienti per concludere che lo Stato ha avocato a sé il co,mpito della distribuzione spaziale del programma, lasciando che le regioni intervengano· in poche limitate materie e utilizzando ai propri fini i loro schemi di sviluppo economico. Come si pone in quest'ambito istituzionale l'esperienza dei CRPE? Sebbene il tema non sia stato dibattuto a lungo, ci sembra di potere affermare che in questa prima fase della pianificazione regionale i limiti e la materia della loro attività non sono stati sufficientemente chiariti dagli organi centrali; si è creata, pertanto, una situazione di autono1nia apparente che ha spesso indirizzato gli sch,emi di sviluppo regionale verso direzioni che no-n avrebbero potuto prendere; per questo si rende necessaria una chia;rificazione preliminare su ciò che la pianificazione regio·nale vuole essere nel nostro paese. Alcune considerazioni. Giunti a. Sorrento con l'idea di sentire parlare dei metodi che consen_tiranno di fare meglio in futuro la pianifi·cazio·ne regio·nale, ci siamo accorti ben presto che prima ancora di affrontare il problema della metodologia era necessario fare una scelta sul tipo di pianificazione regio100 Bibiiotecag inobianco
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