Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

Disoccupazione e progresso tecnologico di Giorgio La Malfa Molte volte negli anni ,più recenti è stato discusso il problema se le esigenze di rinnovamento tecnologico dell'in-dustria manifatturiera italiana siano in co·ntrasto con l'esigenza di raggiungere entro il più breve tempo po·ssibile la piena occupazione della manodopera. Questa discussione, che ha avuto come protagonisti alcuni dei ma.ggiori espo·n·enti dell'industria e alcuni eco·nomisti, da un lato, e i meridionalisti affiancati da qualche uomo po1itico e da alcuni dirigenti di imprese a partecipazione st~tale, -dall'altro, ha attraversato anche :rpomenti di notevole tensjone pole·mica, come nel Seminario della Fondazione Einaudi tenutosi a Torino nella prima vera del 1967 o nel peri odo in c11ifu ann11nziata la decisione da parte dell'IRI di procedere alla costruz_ione dello stabilimento meTidionale -dell'Alfa Romeo. La tesi dei primi è che la competitività internazionale dell'industria italiana è la principale - se non la sola - garanzia di rapido progresso del reddito e quin-di della occupazione, e che tale competitività si può difendere soltanto· se le imprese sono pronte ad introdurre tutte le innovazioni che cons·entano di ridurre i costi di produzione, anche a prezzo di momenta11ee flessioni della o·ccupa- ' zione. La tesi dei secondi è che, in un paese in cui il tasso di disoccupazio·ne è assai elevato, l'adozione di tecnolo·gie molto moderne ritarda il riassorbimento della diso-ccupazione stessa. La scelta delle tecnologie deve essere quindi subordinata all'obiettivo prioritario di rendere più ampio possibile il \lOl11medella occupazion·e. La discussio·ne normalmente si arresta a questo p-ùnto di fronte a valutazio·ni diverse dell'imp-ortanza e.be riveste per lo sviluppo economico italiano· la competitività delle aziende e quindi la loro capacità di penetrare nei mercati internazionali; e sembra difficile offrire una_ dimostrazione conclusiva di quale delle due posizioni sia più soddisfa,ce·nte. Analizzando tuttavia piì1 a fondo il problema, e da u11 punto di vista teorico e •dal p11nto di vista della concreta esperienza dello sviluppo economico italiano, si giunge alla conclu6 B.bi iiotecaginobianco

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