Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

Claudio C. Corduas corpo accademico ad alcuni gruppi di ·reazionari, tutta la società pare romanticame11te parteggiare per loro. Giornalisti, industriali, uomini politici fanno a gara nel riconoscere le « sacrosante ragioni » degli studenti. Ma co,sa succederebb,e nel nostro paese, :se, sull'onda delle rivendicazioni studentesche, gli operai ,av·anzassero analoghe pretese sulla gestio11e delle aziende? È facile immaginare la reazione degli interessi colpiti. Eppure le ragio 1 ni degli operai partirebbero d.a considerazioni sjmili a quelle della classe studentesca e mo1 lto spesso da più drammatiche condizioni di vita. È anche pr.evedibile che le stesse gerarchie sindacali, vedendo com•promesso il loro establishment da tali pretese, farebbero propri qu·ei dub,bi ideolo 1 gici, sulla integrazione degli operai nel sistema, che hanno macerato il sindacato francese di fronte alle recenti richieste di partecipazione avanzate dalla base. La battaglia degli studenti, salvo follie da parte loro·, si presenta oggi come la più facile, destinata non ad una vittoria totale, ma comunque al successo. Gli operai italiani, invece, dovendo lottare contro, il ben più robusto sistema di co1 nservazione economica, e benché abbiano dalla loro la Costituzione che nell'art. 46 sancisce « il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestio,ne delle aziende », avrebbero bisogno fin d'ora di tutto il contributo organizzativo ed ideo-logico degli ambienti politici progressisti. Questi, invece, paiono sempre ,riluttanti ad affrontare il problema. La battaglia per la partecip,azione operaia è quindi og.gi di gran lunga la più interessante, soprattutto perché al pari di quella studentesca è anch'essa matura sul piano dello1 sviluppo economico·; e se non trova ancora degli sbo1 cchi co,ncreti, ciò dip.ende dallo- scarso impegno dei quadri politici e sindacali. Questi u1 ltimi, legati tradizionalmente alle rivendicazioni quantitative (rialzo dei salari, riduzione delle ore di lavoro, maggio,re sicurezza sul lavoro, ecc.), adattano con estrema lentezza il loro compo 1 rtamento ai termi,ni in cui do1 vrebbe svo1gersi la lotta operaia nella società tecnolo·gica. Pertanto, quegli interventi e quei documenti a favore di co,p_quiste normative politicamente qualificanti, più che esprimere l'esigenza di modificare i tradizionali comportamenti, rivestono il carattere di co.pertura politica. · Un tale atteggiamento ,rischia, p-erò, di far perdere al sindacato il controllo della base e di trascinarlo poi, come è già avvenuto in Francia, su posizio 1 ni che non è assolutamente preparato, a sostenere·, perdendo così una grossa occasione per modificare i tradizionali rapporti di potere e minando quindi la fiducia dell'operaio, ·nelle sue organizzazioni di categoria. Per itientiche ragioni la rivolta studentesca è sfuggita al controllo 94 Bibiiotecaginobianco

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