Filippo Scalese dell'esodo fanno temere che esso si risolverà in un abbandono com,pleto dei campi, in una profo·nda crisi del settore agricolo,. « L'esodo· di oggi. .. è profo·ndamente diverso dall'emigrazione della fine del secolo sco,rso e dell'inizio. di questo. Allora to·n l'emigrazione si andava alla ricerca non tanto di redditi alternativi più elevati di quelli agricoli, quanto, di un'integrazione dei modesti redditi dell'agricoltura tradizionale, la quale perciò ne risultava non sconvolta, ma co·nsolidata. Oggi, viceversa, l'emigrazio·ne ha preso le mosse dalla constatazione che solo altrove si posso 1 no conseguire redditi adeguati ai futuri bisogni, e ... come tale l'esodo è privo di li1niti in se stesso ed ha assunto caratteri e proporzioni tali da provocare una crisi definitiva, una crisi strutturale nell'organizzazione tradizio·nale dell'agricoltura » 8 • Quindi, le modificazioni strutturali dell'agricoltura non solo, non sono automaticamente .indo1tte dall'esodo agricolo, ma non si verificherebbero anche se lo fo·ssero, in quanto, nella quasi totalità dei casi, le dimensioni ed il ritmo dell'esodo lo impedirebbero,. E allora il procedimento va rovesciato: se la ridistribuzione della po·polazio,ne non co,mporta automaticamente una ristrutturazio,ne agricola ottimale; e se, in ogni caso, quest'ultima è pratica1nente inattuabile a causa dell'esodo· debole o· eccessivo, ne deriva che una ristrutturazione va programmata in maniera autonoma, e che sarà proprio il nuovo assetto agricolo ad indicare la « quota » di esodo necessario zona per zona, al fine di assicurare ai coltivatori che restano livelli soddisfacenti di reddito. Va rilevato che ciò vale per il settore agricolo in genere; ma il discorso si riferisce principalmente all'agricolt~ra delle zone di scarsa suscettività, perché, mentre nelle aree irrigue il problema dell'eccesso di popolazio•ne no·n si pone in maniera drammatica, gli incrementi prevedibili di produttività possono sopperire alle piccole dimensioni delle aziende ed è infine lo stesso processo di sviluppo agricolo che co,ntribuisce a modificare gli ordinamenti strutturali e produttivi, nei territo,ri di scarsa suscettività agricola, dove lo sviluppo è minimo o inesistente, dove più grave e diffuso è il problema dell'eccesso di po.polazio,ne e dove infine l'agricoltura resta l'attività esclusiva o predo·minante, la ristrutturazio,ne agraria può essere il fattore determinante, se non unico, di equilibrio eco,nomico e di contenimento dell'esodo. Quanto detto sulle strutture agrarie ci porta alla questione più generale circa gli effetti dello· sviluppo, pro·vocato dalla concentrazione degli interventi, sui territori circostanti. Il pro,blema, peraltro, no·n ris M. Ross1-D0RIA: cit. 86 Bibiiotecaginobianco
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