Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

Filippo Scalese esodo rurale che ro,mpe l'a11tico, precario equilibrio di un territorio non animato da città « dinamicl1e e vitali », no,n dotato di infrastrutture civili adeguate, no11 in grado di co,ntrastare, o almeno di contenere, la « diasr)ora » degli elementi più attivi. · Le ricl1ieste, talora accennate, altre volte più esplicite, di non igno• rare i bisogni e le necessità di queste zone sono an1piamente giustifìcate dalle diffuse condizioni di arretratezza esistenti; e tuttavia, a nostro avviso, il pro•blema non si esaurisce in una partecipazione - più o meno ampia - ai benefici dell'intervento pubblico, 1na si pone sulla base di un più meditato riesame dei rapporti che intercorro-no fra esse e le aree di intervento. Le « i11terferenze » settoriali e territoriali degli interventi. Delle aree di scarsa suscettività agricola, le zone più polvere e più difficili sono quelle montane, quasi il 38 % del territorio meridionale. Zone di antica ernigrazio,ne, do,ve la fragile econo,mia si regge da dece11ni sul basso- reddito agricolo, i11tegrato dalle rimesse -degli emigranti, si vanno via via rapidamente e totalmente spop·olando-, sì da far prevedere un reale abbando,no della mo,ntagna meridionale in un breve periodo di tempo. « Ora ... di fronte ai grandi avvenimenti della società mo,derna, potremo anche considerare se11za grandi rimpianti la morte degli insedian1enti umani sulla montagna appenninica »; ma questo « potrebbe significare l'inizio di più grandi rovine nei luoghi dove le attività umane più intensamente si eserciteranno e si concentreranno. Una mo,ntagna morta, ossia priva di uomini, non consentirebbe più un'efficace difesa del suolo e darebbe luo·go a tale 11no scatenamento delle forze distruttive dell'erosione da pro,vocare danni gravissimi a valle, ove andremo accumulando i patrimoni di una ricca agricoltura e di una società industriale» 1 • Mentre per le zo-ne estensive e per quelle arborate non si pone - co-me vedremo, - un problema di modificazione degli indirizzi .produttivi, essendo essi -generalmente rispondenti alle « vo·cazioni » ambientali, per le zone montane il pro,blema di mutare gli attuali indirizzi produttivi si pone per una parte rileva·nte del territorio; e va riferito, non tanto alla ricerca di soluzioni econo,micamente convenienti, quanto e soprattutto all'attenuazio,ne del dissesto idro-geologico esistente. Circa il 65% della montagna appenninica è coperto da bo-schi, pascal~, o· incolti produttivi; il rimanente 35% è ancora investito in semi1 M. Ross1-DoRIA: relazione al Convegno della Fondazione Einaudi (Torino 1967) ora pubblicata nel volume << Nord e Sud nell'economia e nella ·società italiana di oggi» (Torino, 1968), che di tale Convegno raccoglie gli atti. 80 Bibiiotecaginob·ianco

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