Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

La Sardegna è un'isola lettività pagava per le rotture di merce durante le operazioni di carico e scarico nei porti. Questa spesa va valutata, per il solo traffico sardo, in oltre 13 miliardi e mezzo di lire all'anno. Ma soprattutto le navi-traghetto hanno ridotto al nulla le operazioni di scarico delle merci nei porti. Ciò doveva portare necessariamente ad una riconversione dei lavoratori port11ali, resi inutili. Invece, per un senso di falso, pietismo, gli organici non vengo,no ritoccati, e i lavoratori, anziché essere avviati ad altri settori, o ad altre attività, anche nello stesso ambito portuale, o dei trasporti, vengono mantenuti a spese della collettività. Il ~< gruppo di lavoro » istituito dal Ministero doveva appunto studiare questo problema e di fatto lo ha già affrontato, riunendosi un paio di volte e predisponendo l'acquisizione della necessaria documentazione. Ebbene, mentre questa Commissione lavora, ecco che il Ministero invia a Cagliari un ispettore generale che indice una privata riunio,ne tra armatori e lavoratori portuali, riuscendo a metterli d'accordo sulle tariffe da corrispondere alla compagnia portuale. Ot1indi il messo ministeriale ha posto sfacciatamente il Consiglio del Lavoro portuale di fronte al fatto compiuto: di fronte all'accordo secondo cui il traghetto deve pagare una tangente ai lavoratori portuali per ogni camion o automezzo che trasporta. Ciò invalida il principio della produttività nei porti che pure è tutelato dal Codice della Navigazio11e e lascia immutata la situazione di pesantezza dell'economia dei trasporti. In altri tern1ini l'economia sarda, anziché essere soffocata da un laccio di ca11apa è soffocata da un laccio di nylon, ma la sostanza del problema non muta. Si è verificato, cioè, un ulteriore accordo tra i grossi monopoli: da una parte la società traghetti del gruppo Bastagi, dall'altra il monopolio feudale della compagnia portuale. Ma l'aumentato costo delle operazio·ni su chi ricade? Chi paga sono in definitiva tutti i sardi e gran parte degli italiani. Ancora una volta il cittadino comune è rimasto soccombente con la complicità - ciò che è più assurdo - di organi ministeriali. Quando la pretesa di estendere la competenza delle compagnie portuali anche al lavoro (cl1e no11 fanno) delle navi-traghetto, fu affacciata a Napoli in occasione dei primi viaggi della « Canguro Azzurro », la FILP-CGIL ebbe a definire questa lotta mal impostata come « un'interessante momento della battaglia contro il tentativo di introdurre la politica dei redditi nei rapporti coi lavoratori portuali ». Ci troviamo ancora una volta di fronte ad un problema sindacale male impostato: si aiutano i lavoratori già bene organizzati e ben re77 B·biiotecag i nobianco

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