Bruno Costo Anedda Questa lacuna - si badi - non è una mancanza nei confronti della Sardegna, perché il traffico sulle strade si svolge nei due sensi; è una mancanza nei confronti di tutto il paese ed è un tradire gli scopi istituzionali dell'azio,ne statale. · Ora, poniamo che lo Stato si accorga che i traghetti per la Sardegna debbano essere considerati alla stregua di un ardito cavalcavia, an~ che se più costoso, e perciò opera infrastrutturale di sua assoluta competenza: lo Stato, che ha costruito un e-erto numero di traghetti ferroviari, deve quindi costruire un certo numero di traghetti per mezzi gommati. Sui primi applica delle tariffe, sui secondi non dovrebbe far pagare nemmeno una lira per il passaggio. Sembra una conseguenza paradossale ma è un ragionan1ento solam.ente logico,. Lo Stato, perciò, intanto che non avrà offerto alla Sardegna questo servizio pubblico di base, non potrà mai chiederle alcunché senza un senso di vergogna. Immaginate anco,ra la Sardegna collegata con un lungo ponte al resto dell'Italia: essa sarebbe sempre ai margi11i dell'econo·mia italiana per la lunga distanza dai mercati. È insomma un'estensione dell'intuizione di Ricardo sulla rendita fondiaria: secondo cui un terreno vale tanto meno quanto è più lontano dai mercati e dal centro urbano. Perciò lo Stato, quando dice che vuole fare qualcosa di più per correggere gli squilibri territoriali, non può che concedere ulteriori agevolazioni alle merci da e per la Sardegna. Così che esse non solo non debbano pagare il passaggio sul traghetto - così come non paga l'autotreno che percorre la strada da Bologna a Milano - ma si vedano anzi rimborsate, ad esempio, del costo del carburante usato per il trasporto. Questo, che può sembrare principio assurdo è in sostanza un principio ammesso dalla Legislazione nazionale e varato in occasione della legge del rilancio della Cassa per il Mezzogiorno, quando si sono volute abbattere le tariffe per il trasporto fuori dal Meridione dei beni in esso prodotti. D'altra parte l'enorme passivo che allo Stato deriverebbe da una politica sarda dei trasporti ispirata a questi principi, non sarebbe che una conseguenza di quella politica dei pubblici servizi che lo Stato ha attuato, ad esempio, per le Ferrovie. Infine, non bisogna dimenticare che ii passivo di una tale politica sarda dei trasporti sarebbe finalmente compensato da un incremento dello sviluppo econo1nico- isolano, ciò che. consentirebbe all'erario di rifarsi delle perdite subite per il servizio pubblico prestato. Come già ebbe a rilevare l'Assessorato Regionale _ai Trasporti in occasione della costruzione dei primi traghetti ferroviari destinati alla 70 Bibiiotecaginobianco
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