Giornale a più 1 ocz Le elezioni si vincono o si perdono su questi due temi. È azzardato, se non assurdo, pensare che l'opinione pubblica americana, che legge tutti i giorni in prima pagina la triste verità della guerra e ne vede gli aspetti più orrendi alla televisione, si comn1uova di più per i morti di Praga o per la sorte di Dubcek. Questo non vuol dire che Nixon offra n1aggiori garanzie di finire la guerra di quante ne offra Humphrey. Anzi. Significa soltanto che, non avendola finita Johnson, l'elettore americano è disposto a tentare qualsiasi strada, anche quella di Nixon, un uomo che per te1nperamento è portato a cercare la vittoria più che la pace, a moltiplicare i bombardam~nti piuttosto che a cessarli. Johnson ha un mese di tempo per decid r i a quel piccolo, logico passo che è la cessazione dei bombardamenti. È un pas o più importante per l'America che per il Vietnam. È in gioco il futuro del Partito democratico, futuro minacciato dalla possibile formazione di un quarto partito che, dopo la vittoria di Nixon raccoglierebbe i voti della sinistra d mocratica. È in gioco l'evolversi d Ila crisi razziale , soprattutto, è in gioco la vittoria di Hubert Humphrey, uomo non eccelso, ma onesto e prudente a differenza di Nixon, che è abile e pericoloso, ambizio issimo e disponibile per qualsiasi avventura. Riinunciare ai bombardamenti ed arrivare al « ce ate il fuoco» prima delle elezioni non garantisce una sistemazione oddi fac 11te del Sud-est asiatico, ma garantisce qualcosa che secondo noi è più in1portant : il futuro del Partito democratico e forse la vittoria di Humphrey. Crediamo che Mosca sarebbe lieta di collaborare a questo fin , non e sendo possibile che il Cremlino auspichi la vittoria di un t1omo con1e Nixon. Non sappian10 come reagirebbero Hanoi e Pechino, ma è c rto che s Wa hington ce rà i bon1bardamenti anche se Hanoi non aderirà ad una rapida cle calation, la popolarità di Johnso11 e di Hurnphrey si rafforzeranno comunqu . Purtroppo non è il ca o di far i o erchie illu ioni. Il Pr sidente ha rinunciato alla corsa per la Casa Bianca quando il pericolo di essere battuto in sede di Convenzione da Robert K nncd era evidente; e per Johnson farsi battere dal giovane e git1rato nemico sarebbe tata una umiliazione troppo indigesta. Ora è altrettanto possibil che il Prcsid nte non rinunci ai bombar~ damenti sul Nord Vietnam pur di din10 trar agli americani che Nixon non otterrà risultati migliori dei suoi. La fine della guerra nel Vietnam gioverebbe non poco all'Europa. Il Sudest asiatico ha quasi monopolizzato l'attenzione e le risorse di Washington e l'opinione pubblica europea, specie nella Germania Federale, è delusa e preoccupata per la trascuratezza del « capo famiglia». Inoltre, è certo che il Vietnam ha sottratto all'attenzione dell'America settori strategicamente più importanti, quali il Medio Oriente e lo stesso Mediterraneo; e sarebbe molto triste e stolto, se Washington, pur di mentenere in vita un regime corrotto ed infido come quello di Saigon, abbandonasse al suo destino un alleato prezioso come Israele e trascurasse Turchia, Libano, Tunisia e g}i altri piaesi 63 B.bi iiotecaginobianco
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