Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

Girolanio Cotroneo proprio a quest'ultimo: è da lui infatti che, a nostro avviso, sono venute le ,cose for•se più interessa11ti di questa discussione, anche se egli è stato, forse per la sua mentalità e la sua formazione di sto•A rico, il più cauto fra gli interlocutori, il meno propenso a fare previsioni o a •dare giudizi, ·essendosi soprattutto limitato a fare alcune obiezioni alle tesi di Marcuse: ma dai suoi realistici interventi, su cui avremo occasione di ritornare, viene fuori una importa11te conferma della vecchia tesi ch·e non si può parlare di politica (né, tanto meno, fare politica) se nor1 si possiede un robusto senso ed una buona conoscenza della storia. Uno dei limiti di un pensatore così originale e c·ertamente assai suggestivo co1ne Marcuse, consiste, come si -era già avuto modo di rilevare dai suoi scritti, e come ancora si può rilevare dalle tesi da lui enunciate in questo -dibattito, consiste, dicevamo, nel suo perennemente sottinteso - ,e piuttosto strano, in un pensatore di formazione marx-hegeliana - rifiuto della storia: il quale rifiuto poi presenta un carattere, diremmo, illuministico, fondato cioè sulla convi11zione che il passato è stato sempre e soltanto male, e che attraverso un rinnovamento della situazione esistenziale dell'uomo sarà possibile eliminare le storture del passato che dev.e perciò ·essere cancellato in maniera radicale e -definitiva. Naturalmente, per raggiungere la nuova situaziorie, si rende n·ecessario eliminare completamente quella esistente, usando non già gli strumenti che la democrazia politica mette a disposizione -dei cittadini degli Stati che da essa so,no retti, ·e·il cui f valore, secondo Marcuse, è formale e non sostanziale, bensì per mezzo di azioni ch•e, come del resto è già noto, egli definisce « extrademocratiche » e « extra-parlamentari ». Si tratta qui, come si può già capire, di una ipotesi di rinnovamento del sistema democratico, al quale Marcuse vorre·bbe creare un'alternativa, teorizzare una nuova organizzazione politico-sociale che restituisse all'uomo la sua libertà autentica in sostituzione di quella mistificazione ,d·ella libertà che caratterizzerebbe invece le attuali società democratiche occidentali: infatti, egli dice, i mutamenti che avvengono all'interno degli stati de1nocratici nei nostri giorni sono mutamenti illusori, in quanto si verificano all'interno del sisten1a esistente; in questi casi « noi diciamo che è la volontà del popolo cl1e si fa sentire », m.a in effetto essa « non si fa sentire fino al punto di mettere in pericolo le strutture istituzionali e culturali della società », dal momento che se fossero messe in discussion.e le istituzio11i, scatterebbe immediatamente il meccanismo repressivo di cui I'establishment dispone per la sua difesa. 42 Bibiiotecaginob·ianco

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