Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

Il PCI: nuovi sviluppi e vecchie contraddizioni tono da almeno trent'anni in tutti i paesi nei quali il partito comunista 1nonopolizza i centri del potere? È fin troppo evidente che l'on. Longo, come il defunto on. Togliatti, battezza i delitti come « errori » e simula di essere cultore della scuola freudiana di Vienna, per evitare u11 giudizio troppo esplicito che reciderebbe irreparabilmente i legan1i del suo Partito con la centrale moscovita e, ancora più rischiosamente, con larghissimi strati di militanti italiani (a quest'11lti1no riguardo, va notato di passata come la direzione del Partito, in questa circostanza, abbia sopravanzato di gran lunga l'orientamento della base, ancorata ad un~ fideistica giustificazione dell'intervento militare sovietico). Ma il punto saliente del rapporto, e la sua sostanziale novità rispetto al 1nemoriale di Yalta, all'intervista concessa a « Nuovi Argomenti » ed altre prese di posizione dell'on. Togliatti, sta nella meditata apertura che l'on. Longo, del tutto imprevedibilmente, ha lanciato verso una concezione nuo, 1a dei rapporti « di partito e politici », concezione che egli chiama di « democrazia socialista » e che Mao o Castro non esiterebbero a qualificare come « opport11nistica » e francamente « revisionista >>, alla destra delle stesse posizioni attuali della « cricca sovietica ». 3. Ad illustrare, talora fervorosamente, i principi basilari di questa « democrazia socialista », nel c11i quadro affiora addirittura una teoria del « consenso popolare » degna di A.bramo Lincoln, è dedicata la seconda parte della relazione, che per questo è la più importante, la più nuova ed impegnativa di tutto il rapporto, anche se, come torniamo a ripetere, contrasta in grado sensibile con la parte conclusiva, nella misura in cui il Nt1ovo Corso revisionista di Dubcek p11ò contrastare con il rabbioso, incondizionato, antiimperialismo dei co1nunisti albanesi o dei rivol11zionari cubani. L'on. Longo abbando11a ogni riferimento alla « dittat11ra del proletariato » ed anche, per ciò che riguarda la vita interna del partito, al « centralismo democratico », per lanciarsi in un'esaltazione dei valori liberali, resa appena piì1 cauta dalla citazione del Ventesimo Congresso del PCUS come p11rito di partenza per un « processo di rinnovamento », che non deve essere « oltranzista», come pretendevano gli elementi di destra del Nuovo Corso cecoslovacco, ma non può in alcun caso tradursi nella vittoria delle « forti correnti conservatrici » che resistevano al Nuovo Corso per « preparare il ripristino di concezioni e di metodi passati.». , Il segretario del P .C.I. arriva ad individuare fondamenti di una 33 Biblio ·ecaginobianco

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