Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

Antonio Ghirelli carristi del P.S.I.U.P. hanno tentato di approfittare, in modo confuso e discorde, dell'occasione per scavalcare definitivamente a sinistra i compagni di cordata, dimenticando poco generosamente l'aiuto pratico che fu loro fornito in occasione dei recenti· comizi elettorali e che consentì ai social-proletari di vantare un successo assai superiore alla loro effettiva penetrazione nel paese. Un osservatore acuto e spregiudicato come l'on. La Malfa ha preferito, dal canto suo, di sottolineare piuttosto gli aspetti internazionali della crisi comunista nell'Europa orientale, sottolineando ben a ragione l'impulso allarmante ma ineluttabile che ne è venuto alla logica della politica di potenza e quindi dei blocchi militari, e con ciò anticipando sagaceme11te l'argomento sul quale il P.C.I., appena smaltita la reazione emotiva ai fatti di Praga, avrebbe spostato - in termini tanto più arroganti quanto meno giustificati - la propria propaganda. Eppure, proprio la crisi cecoslovacca, con le sue componenti ideologiche ed i suoi insegnamenti politici, avrebbe dovuto indurre gli osservatori italiani ad analizzare con n1aggiore attenzione di quanto essi abbiano fatto in realtà, salvo pochissime eccezioni, come Gorresio sulla « Stampa », gli elementi nuovi e i fermenti inquietanti che si sono avvertiti nelle file del P.C.I., negli interventi di taluni componenti del Con1itato Centrale e perfino in un documento ufficiale e ponderato q11ale deve essere considerato il rapporto tenuto nel pomeriggio del 27 agosto allo stesso C.C. e alla Commissione Centrale di Controllo del partito dal suo segretario generale, on. Luigi Longo. Se la resistenza, talora sublime e sempre· responsabile, della nazione cecoslovacca agli invasori sovietici è stata animata, sorretta ed interpretata dal partito comunista cecoslovacco - del tutto compatto, a differenza di quello ungherese nella tragedia del '56, e circondato dal consenso pressoché unanime della popolazione - ciò significa che l'originaria componente democra .. tica e libertaria del movimento non è andata completamente perduta nella degenera2ione russa. Per i democratici conseguenti di tutto il mondo, e quindi anche del nostro paese, ne deriva la possibilità e l'obbligo di lottare, senza pregit1diziali e senza debolezze, per favorire il processo di liberalizzazione del partito comunista, ri- · conoscendone gli svil11ppi positivi e denunciandone implacabilmente le superstiti, pesanti contraddizioni. Soltanto in una prospettiva del genere, d'altro canto, è possibile sperare nella difesa della nostra democrazia e nella distensione internazionale; mentre, se si nutre un pessimismo di fondo sull'argomento, bisogna prepararsi alla catastrofe interna e alla tragedia nucleare. · 30 Bibiiotecag ino·bianco

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