' _ ... " .. LETTERE AL DIRETTORE " I senatori della gioventù ,, Caro Compagna, ho letto sull'ultimo nun1ero di « Nord e Sud » una nota intitolata « I senatori della gioventù» che, francamente, 1ni ha lasciato assai perplesso. Naturalmente ti scrivo questa lettera anche nella n1ia qualità di Presidente del Comitato d'Intesa della Gioventù Italiana, un organismo che raccoglie diverse organizzazioni giovanili; n1a ti prego di considerarla soprattutto come espressione di sorpresa cli una persona che da diversi anni si occupa dei problemi della gioventù nel nostro paese; persona che, è bene precisare, non fa parte della con1missione istituita presso la Presidenza del Consiglio. Quella cornmissione, appunto, contro la quale si levano le proteste della tua redazione e che ha il solo torto di giungere con un ritardo di 111olti anni in relazione a quanto è stato fatto in. tutti gli altri paesi europei, e che rappresenta iLna richiesta incessante delle organizzazior?i giovanili italiane da n1ol tissimi anni. Ma per co1nprendere le ragioni di questa richiesta bisogna anche capire quali sono i limiti istituzionali cli questa Con1n1issione, la quale non è stata costituita, con1e erroneam.ente si dice, per studiare, e tanto n1.eno per risolvere, i problemi della gioventù, ma, n,zolto più se1nplicemen te, per suggerire al governo la creazione di un opportuno quadro istituzionale che possa raJJpresentare un valido aiuto per gli organi dello Stato nel trattare i problenzi delle giovani generazioni. Vale a dire che lo scopo ultin10 dei lavori di questa Con1n1issione di studio è semplicemente quello di n1et tere ordine negli interventi che lo Stato compie oggi con molto disordine e frequenti dispersioni nel ca1npo della gioventù, affidandone il coordinan1ento, per quanto possibile, alle stesse organizzazioni giovanili. Certo, nell'impostare un problema di questo genere, lo Stato non poteva che rivolgersi alle organizzazioni giovanili esistenti, con tutti i loro lùniti e i loro difetti; non poteva certo andarne a reclutare i componenti per le strade o per le piazze o tra coloro che si autoproclamano leaders di movimenti rivoluzionari senza alcun accertamento della loro effettiva rappresentatività; né è pensabile che, anche per il futuro, lo Stato· possa far altro che servirsi della consulenza e dell'aiuto delle organizzazioni giovanili . Ma quando si parla di organizzazioni giovanili n1olti cadono nell'equivoco di pensare soltanto alle organizzazioni giovanili dei partiti politici che, pur rappresentarrclo una quota in1portante del fenomeno associativo giovanile, 127 Bi· liotecaginobianco
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