Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

... I La petrolchin1ica progra1nn1ata verticale. Far marciare impianti di dimensioni ottimali, quasi alla massima capacità, è possibile solo a co-ndizione di assicurarsi i mercati di sbocco e ciò è realizzabile appunto in un processo integrato. Alle economie d1i scala inerenti a1l'ottimizzazione delle dimensioni dell'unità tecnologica (nel caso specifico quelle relative all'impianto petrolchimico) occorre aggiungere tutte le altre che hanno un'influenza considerevole sulla struttura ottimale dell'iintera impresa. Queste altre economie di scala sono influenzate da vari fattovi (che possiamo raggruppare in quattro categorie: di natura finanziaria, manageria 1 le, commerciale nonché quelli relativi al1 l'esistenza del rischio connesso ad ogni impresa industriale), fattori che concorrono tutt 1 i a determinare la dimensione ottimale dell'impresa 5 • È possibile che, tenendo conto singolarmente d1i tali cinque fattori, non si giunga alla dimensione ottimale unica. In tal caso la determinazione di quest'ultima va fatta attraverso un processo di riconciliazione dei vari ottimi, guardando cioè l'impresa come u11ità tecnica, finanziaria, manageriale, ecc. Tra i fattori che hanno un considerevole peso sul feno,meno di crescita attraverso 1 processi d'integrazione, vi è la evoluzione tecnologica. Le attività di ricerca e di sviluppo assumo,no perciò una grande importanza e richiedono un'azione coordinata ed efficiente in un'area più vasta d'interessi. Il rapido susseguersi di nuovi prodotti e di nuovi metodi di produ~ione, per effetto delle attività di ricerca che l'impresa esercita, al fine di crearsi una 11iserva permanente di possibilità di nuovi interventi produttivi, dà luogo ad un processo spontaneo di apertura di altri frontii operativi. Non c'è dubbio che la natura delle innovazioni ed il loro inse11imento 11ella preesistente struttura di prodotti e materie prime, re11dono sempre più attraente la penetrazione in mercati a valle di quello dei prodotti base. A questa grossa attrazione si aggiungo,no gli effetti delle interrelazioni, nel campo delle tecniche pro·duttiive e del « know-how » in genere, fra lo schema dell'industria dei prodotti intermedi e finiti. Alla spinta verso l'integrazio-ne, rappresentata dalla volontà di con, quistare nuovi mercati, si aggiungono altre motivazioni: la complementarietà dei processi produttivi, spesso autogenerati, la presenza di materie prime da utilizzare in nuov·e dire~ioni, l'esistenza di una manodopera già addestrata, 11 fatto che i nuovi mercati di consumo sono spesso contigui a quelli preesistenti, infine l'esistenza di un complesso s Vedere al riguardo il capitolo « The Optimum Firm » del volume di E. A. G. Robinson « The Structure of Cornpetìtive Jndustry ». The University of Chicago Press, Chicago, 1964. 121 Bibiiotecaginobianco

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