I · Recensioni Gli effetti sociali e politici del cristianesimo riguardano solo la superficie. « La morale non esistendo che in Dio - scrive ancora Proudhon -, cioè non essendo nulla, che cosa restava da fare per governare la società e, come ap•plicazione del rito, una disciplina?» {pag. 288). E ribadendo lo stesso concetto « ... senza umanità non c'è morale: non resta che il simbolismo del culto, l'arbitrio della Chiesa e l'ignominia della •sua disciplina }) (pag. 229). « Se il nobile antico - è la conclusione - patrizio, guerriero o sceicco, giustificava la sua usurpazione con la necessità, il nobile cristiano la giustifica in nome della Provvidenza; per il primo la nobiltà era un fatto di natura; per il secondo è un fatto di grazia. l\lla da un lato come •dall'altro la corona app·oggiò il privilegio nobiliare, la religione Io consacrò » (pag. 564). Poiché il · « tribuere unicuique suum » non è di questa terra, il riconoscimento dell'eguaglianza degli uon1ini come creature di Dio, rimane un prin-• copio non assunto a regolatore •della convivenza sociale e l'arbitrio, sotto altro nome (Provvidenza!) continua a celebrare i suoi iniqui fasti. In quanto la civiltà precristiana « aveva rico,nosciuto allo schiavo un diritto alla vita e lo •proteggeva dai maltrattamenti ---- sintetizza il pensato.re francese - ma senza accordargli una personalità; e in quanto la cristiana aveva riconosciuto la sua personalità, ma senza accordargli -la pro,prietà, bisogna ora che il diritto personale comporti il diritto reale, cl1e la legge d'amore divenga legge di Giustizia, pena l'incoerenza e il regresso» (p. 661). Si entra così dopo l'età cristiana, nel regno ·dell'uomo vero e proprio. Una filosofia della storia, nel senso che dava Croce al termine, no11 n1anca, come si può vedere, nell'anarchico, ma essa è, da cima a fo·ndo, per111eata d'illuminismo. Le varie età, infatti, non vi vengono riguardate, ai sensi di un'autentica consapevolezza storica, come un che di compiuto e di organico in cui lo spirito, per dirla con un'espressione crociana, si realizza sempre tutto, anche se l'accento batte su questo o quell'aspetto, dell'essere, ma co,me tali unidimensionali, e accompagnati da molta zavorra di un'identica verità che, do·po essersi affermata come Vita e come Personalità, rive11dica da ultimo, in nome della Giustizia, anche la Proprietà, senza di che le prime due non sono e non possono essere seriamente garantite. Certamente l'illuminismo proudhoniano, con la sua professione di fede immanentistica nella Giustizia e nel ,diritto, come reciprocità di beni e di servizi, va inserito nel co•ntesto storico nel quale viene a maturazione. Si pensi, ad esempio, alla funzione che il cattqlicesimo assolve nell'opera del nostro Manzoni, personaggio senz'altro minore nel quadro più ampio della letteratura europea, ma forse pilì significativo di altri, nel senso che il suo romanzo, se non « ficca il viso a fondo» in una realtà sociale e ·spirituale dalle tensioni drammatiche - vedi Balzac, i russi, Zola - si rende, tuttavia, . interprete dei sentimenti di una media borighesia timorosa di rivoluzione moderata, che, memore della Rivoluzione del regicidio, dell'impero giacobino, rinuncia alla giustizia terrena, per sostituirla con ideali più modesti di onestà, di rettitudine, di sana· e incorrotta· amministrazione ·della fan1iglia e dello Stato. Ebbene, il Manzo·ni a Renzo che per un mo,mento « con101 Bibliotecaginobianco
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