Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

Dino Cofrancesco e si sviluppano. Non è grazie a questa ineguaglianza, d'altra parte singolarmente accentuata, che la società si sostiene, ma malgrado questa ineguaglianza» (pag. 358). Pertanto il compito della Giustizia è quello di ristabilire l'equilibrio sociale « turbato momentanean1ente dai casi del clima, della generazione, d.elle malattie, da tutti gli incidenti di forza maggiore » (pag. 359). A differenza dell'illuminismo, però, la sto·ria non viene ridotta ad una serie di eventi assurdi e privi ·di senso, ché anzi vi .si riconosce l'epifania dell'Umanità, la manifestazione pro·gressiva di tre figure (in senso hegeliano ), che sarebbero l'Uomo degno, il Buon Uomo, e l'Uomo Giusto, simboli rispettivamente del paganesimo, del cristianesimo e della società avvenire. « La società antica - spiega Proudhon - comprendeva due cose: in primo lt1ogo il •diritto dell'uomo, dignitas jus, che si esprimeva attraver-so la manifestazione delle sue prerogative, la distinzione del tuo e del mio, e noJ1 implicava alcune riverenza. Davanti all'uon10, l'uomo restava diritto in piedi; salutava a voce alta, ave, e non si inchinava. C'era in secondo luogo il rispetto degli dei, religio, che si manifestava con l'inginocchiarsi segno di inferiorjtà, e aveva per scopo •di ottenere, attraverso il timore di queste essenze invisibili, il rispetto del diritto, cioè di inculcare la Giustizia. L'uomo dell'antica Italia, pur tanto religioso, faceva del diritto la cosa principale e della religione l'accessorio» (pagg. 184-5). Ma il rispetto dell'Uomo non comportava ancora l'insediame11to del principio della Giustizia nel suo animo. « Avendo reso la Giustizia identica alla dignità individuale, la civiltà greca e latina dovevano perire a causa delJa esagerazione di una forza senza contrappeso. Il freno del potere non fu più efficace della stampella della religione: non dal di fuori doveva venire l'equilibrio, ma dal di dentro. Quando la personalità ebbe perso il campo di battaglia del foru1n e dell'agora, essa si abbandonò dietro, lo schermo dell'imperatore, alla devastazione delle province, all'accaparramento delle terre, all't1sura, all'orgia domestica; cosa inaudita le corruzione semb 1rò raggiungere persino gli dèi » (pag. 196). Al Cristianesimo spettò il co1npito di vincere l'esagerazione dell'io, esasperandone i lin1iti. Esso teorizzò l'assolt1ta impotenza dell'uomo, la sua incapacità di discernere il bene dal male, la sua corruzione di fondo. « Se la prende con l'amor proprio che tratta da egoismo - scrive P1 roudhon - con la dignità che chiama orgoglio; con gli affetti naturali che considera come un'infedeltà» (pag. 223). E non a caso, p.erché dal dogma della prevarica• zione originale discendono: « umiliazione sistematica della persona umana,. disprezzo della specie, negazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, assolutismo del potere; gerarchia delle fortune, regime poliziesco, inquisitorio; violazione della famiglia, del domicilio, del segreto coniugale, della libertà » (p~g. 280) e soprattutto perdita del senso di Giustizia, in quanto « se no11 sono responsabile che verso Dio solo, in cui sta la Giustizia e che costituisce il mio fine, in base a quale diritto se sono colpevole, mi si giudicherà?» (pag. 267). 100 Bibiiotecaginobianco

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