Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

I RECENSIONI L'ultimo girondino : Pierre J oseph Proudhon La Giitstizia nella Rivoluzione e nella Chiesa di P. J. Pro11dhon, edita di recente dalla UTET con introduzio,ne di Mario Albertini, può considerarsi una delle ultime, superbe, espressioni d'illuminismo ideologico. « Volney, Dupuis, Fréret, Diderot, D'Alembert, Voltaire - dichiara l'Autore - i fisiocratici, Condillac, Molière, Bayle e Rabelais, ecco i miei padri, ecco la n1ia tradizione! » (pag. 777). Dall'illuminismo il Proudhon mutua, anzitutto,- un'attitudine intellettualistica e matematizzante, in virtù della quale il problema sociale e p-olitico si risolve mediante la formula della bilancia dei poteri ed 11n sistema di equilibrio fatto di puntuali e precisi contrap·pesi. « Bilancia delle forze economiche - scrive - proprietà, comunità; divisione del lavoro, forza collettiva, concorrenza, privilegio legale, lavoro, capitale, credito ecc.; Bilancia del capitale impiegato e del circolante; Bilancia della produzione e del consumo; Bilancia delle città e delle campagne; Bilancia dell'industria e dell'agricoltura; Bilancia delle coltivazioni, dei pascoli, delle attività estrattive, della pesca ( ...) Bilancia dei comuni, delle province, delle nazioni; ecc. È questo sistema di ponderazioni sempre più esatte, tutte di diritto, che deve sostituire il sistema, fatto per metà di fatalità, per metà di caso, che ci regge dall'origine della civiltà; sistema che ha per pri11cipio l'ignoranza, per garanzia la fede, per formula la casta, per organo la Chiesa, per risultato il pauperismo, per palliativo la carità, per istituzioni tutto ciò che, col pretesto di recar sollievo alla miseria!, le serve in realtà da f9colaio e da alimento: asili, ostelli, o·spizi, ritiri, città 01 peraie, ospedali, rifugi, workhouses, scuole gratuite, soccorso a domicilio, consultazioni gratuite, ricoveri per ciecl1i, società di patronato, bambini abbandonati, minestra a cinque centesimi, farmacie per i poveri, conventi, p1 rigioni, caserme, ecc. » (pag. 421). Grazie al « rasoio » di Descartes (a torto accusato di spiritualismo), il Pro11dhon, lontanissimo,, col cuore e con la mente, da ogni concezione della storia intesa ad assumere il vario disporsi dei piani gerarchici a segno di razionalità profonda, anche se non matematica, riduce l'ineguale al casuale, all'accidentale ed eleva l'eguaglianza a legge suprema dell'essere. « L'ineguaglianza, per dire tutto - afferma - non deriva dall'essenza delle cose, dalla loro intimità: essa viene dall'ambiente. Togliete questa influenza del caso,, tutto rientra nell'eguaglianza assoluta. La foglia è eguale alla foglia, il fiore al fiore, il grano al grano, l'individuo all'individuo » (pag. 357). Ed ancora: . « L'eguaglianza è la legge del genere umano. Tutti gli individui di cui si compone la società sono, in linea di principio, dello stesso 1 calibro, dello stesso tipo, dello stesso modello; se si manifesta qualche differenza tra loro, essa proviene non dal pensiero creatore' che ha dato loro l'essere e la forma, ma dalle circostanze esterne sotto le quali le individualità nascono 99 Bi·bliotecag·inobianco

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