Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Argon1enti nelle pagine precedenti e dal fatto che in tal modo potrebbe essere agevolata la soluzione di alcune, almeno, delle incertezze, contraddizioni e difficoltà accennate. Invero: 1) sotto il profilo urbanistico, attraverso la procedura della « contrattazione programmata » si avrebbe la possibilità di adeguare i suggerimenti e le indicazioni formulate negli studi comprensoriali della Cassa, e recepiti o meno negli strumenti urbanistici comunali o intercomunali, circa le densità ricettive e quindi edilizie consigliabili ed ammesse nelle singole zone. Tali elementi non sarebbero più rapportati ad una teorica (e allora illusoria) prospettiva di sviluppo, ma collegati direttamente alla effettiva realizzazione di iniziative, soprattutto con finalità turistiche. Ed è appena necessario dire che un eventuale allargamento delle restrizioni o delle « maglie » della rete urbanistica prevista sarebbe ammesso solo ed unicamente in funzione e nei limiti delle iniziative stesse e della valutazione del loro effettivo apporto allo sviluppo economico-sociale della zona. Non si può dimenticare, oltre a tutto, che oggi, nell'attuale clima di incertezze circa il futuro della regolamentazione urbanistica del paese, e nella lotta tra i fautori della conservazione ad oltranza del patrimonio paesaggistico e naturalistico ed i fautori dei grattacieli sulle spiagge, delle pericolose « litoranee » e dell'abbattimento degli alberi per far posto alle cortine di cemento, non è facile prevedere l'esito della battaglia. Da un lato, alcuni operatori (e fra i maggiori) sono abbastanza preoccupati delle varie norme in elaborazione o attese, e rinviano le loro decisioni di investimento; dall'altro, profittando anche della polverizzazione delle iniziative agevolate, difficilmente controllabili, lo scempio paesaggistico co,ntinua, e probabilmente continuerà ancora a lungo, data l'imponenza degli interessi collegati alla valorizzazione dei terreni e la comprensibile ritrosia anche ufficiale dei Comuni ad una autoregolazione troppo rigorosa che potrebbe limitare drasticamente gli sviluppi turistici, reali o sperati, sul loro territorio. Una concentrazione degli interve11ti della Cassa, dimensionalmente e territorialmente parlando, ed una conseguente contrattazione del contenuto di alcune norme di regolamentazione urbanistica in rapporto agli investimenti più determinanti, varrebbero a raffreddare alcuni ardori eccessivi, a smontare molte illusioni, ad assict1rare, soprattutt9, la possibilità di tener conto contemporaneamente delle esigenze di tutela del patrimonio naturale e delle esigenze degli operatori. Possibilità che sinora sembra non essersi verificata, col risultato che il fuoco delle polemi.che che continuamente si accendono sulla contestata materia sembra ampiamente alimentato dal classico dialogo fra sordi. 93 BibliotecaGino Bianco

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