Argomen,ti numerosa. Non hanno, inoltre, per quanto riguarda il Mezzogiorno, troppe velleità « pionieristiche », e tendono, se mai, a realizzare iniziative nei centri urbani dove hanno la sicurezza di una rotazione della clientela lungo tutto l'arco dell'anno. - che, per evidenti motivi, i gruppi in condizioni di interessarsi al Mezzogiorno - e che in effetti hanno già realizzato o vanno realizzando in questi anni esempi estremamente interessanti di villaggi turistici, - effettuano un ragionamento molto freddo, di tipo eminentemente commerciale. Dato che essi « vendono viaggi », riescono a venderli t&nto meglio quanto più le località sono note e prestigiose. Sono, quindi, in linea di massima, prontissimi a realizzare, co·n le agevolazioni previste, nuovi alberghi sulla costa laziale, a Sorrento, Ischia o Taormina (tanto per citare i soliti nomi), ma molto meno pronti ad assumere rischi in località nuove, calabresi, pugliesi, lucane, siciliane o sarde. Può essere fra l'altro interessante notare che questi operatori non sembrano spaventarsi troppo dei prezzi assurdamente elevati raggiunti dai terreni in tali zone. Per loro è la facilità di « vendere » che conta. Null'altro; - che d'altra parte la realizzazione di singoli impianti alberghieri « isolati » in località del Mezzogiorno nuove o poco conosciute app~re poco agevole anche perché il turista medio non si accontenta più del trinomio classico « panorama, sole e mare », ma esige la disponibilità di una serie di occupazioni alternative (attrezzature sportive, di divertimento, di acquisti, ecc.) che pertanto l'operatore stesso deve provvedere ad organizzare, ove già non esistano in loco (ed è troppo noto ,che nelle zone del Mezzogiorno che più interessa sviluppare dal punto di vista turistico tali risorse sono oggi del tutto inesistenti). È del resto proprio alla soddisfazione di tali, del resto comprensibilissime esigenze, che si deve il successo delle moderne formule di iniziative turistiche, tipo « Club de la Mediterranée » e simili. Ne consegue che non è realistico pensare a creare unicamente impianti ricettivi come tali, ma che è indispensabile crearvi intorno una serie di opere ed attività accessorie che sono le sole in grado di assicurare un successo commerciale, e quindi in definitiva l'economicità della gestione del tutto. Ciò comporta a sua volta l'esigenza di un minimum dimensionale e quindi la necessità di capitali (e perciò di mutui) estremamente consistenti. Quanto sopra esposto (ma le considerazioni potrebbero continuare) mi sembra sufficiente a confermare la necessità, da parte degli ambienti responsabili della politica di incentivazione allo sviluppo turisti- ' co meridionale, di una rigorosa selezione delle iniziative da agevolare. In pratica, cioè, se ci si accontenta di secondare, alla meno peggio 91 Biblioteca Gino Bianco
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