Editoriale anche in quanto portano alla destalinizzazione e desatellizzazione, i comiLnisti italiani, co111eha giustamente osservato La Malfa, devono risolvere nuo1;e o più palesi contraddizioni; e soprattu,tt~ si trovano « nella strarza silt,tazio11e di dover fare una rivolu_zion:e socialista per poi renderla indipende11te dal sisten1a sovietico»: il che sarebbe loro impedito, alla fine, dai carri arnzati! lnfi11e, i com.u-11isti italiani e francesi non. passarlo più co11trapp·orre - almeno fino a quando durerà la tensione interna nell'Est europeo - il disegno gollista dell'Europa dall'Atlantico agli Urali al disegno democratico dell'Eziropa comunitaria, dell'europeis1no clie resta la sola alternati-va al naziorialis1no ted·esco (e non solo tedesco), la sola possibilità di fer1nare il decli110 dell'Europa, la sola strada siLlla quale l'Europa ptiÒ ritrovarsi, il solo stritmento che può restituire all'Eitropa u11a più incisiva presenza internazionale. Non si vitale rilanciare l'oltranzisnio atlantico: si vitale rilanciare l'oltranzismo europ·eista. Come ha scritto efficaceniente Alberto Ronchey, « è necessario domandarsi finaln1ente sul serio se i piccoli paesi d'Europa - gli stati nazionali - abbiano qitalche sicurezza di conservare divisi la sovranità di cui sono gelosi». E quanto al Patto atlantico, c'è un'altra lezione che tanto gli europei quanto gli an1.ericani dovrebbero dedurre dagli avvenime11ti cecoslovacchi: l'area principale dei co11fronti internazionali, rzella quale si pongono ancora, e· più che mai, i problemi decisivi per l'avvenire del mondo, non è in Asia, in Africa, in A1nerica lati11a, nel cosicldetto Terzo n1ondo. Qitest'area è l'Europa, o, quanto 1neno, soprattittto l'Europa. E l'Occide11te non ha tanto da preoccuparsi dell'interessamento an1erica110 per l'Europa, quanto del disinteressamento americano per l'Europa: di u11a certa eredità dell',isolazionismo, di cui si ravvisano gli errori tradizionali di prospettiva politica sia nella presenza asiatica, in itn certo senso prioritaria, del governo di J ohnson che in un certo modo di atteggiarsi dell'opposizione di Mc C1arthy e della nuova sinistra americana in generale. Gollismo eitropeo ed isolazionismo americano, dovunqtle siano annidati, sono oggi i nemici che i den1ocratici, di qua e di là dell'Atlantico, devo110 ide11tificare e combattere; mentre, all'Est ed all'Ovest, i comunisti che si dicono progressisti devono fare i conti con i risitltati cui è approdata la controffensiva dei coniunisti che sono coriservatori. Noi intanto non diciamo di essere tornati ai gior11i della guerra fredda, ma dobbiamo ben d'ire che giorni difficili ci attendono e che la sicurezza deltEuropa è di nuovo in discitssione: non garantita certo dalla bomba di De Gaulle. Questi giorni difficili che ci attendono saranno anche i giorni dell' esa1ne di coscienza per tu.tti gli europei? 6 Bibti·otecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==