Stanislav Kirschbaum Se Friedrich e Brzezinski non avevano impiegato nel loro libro il termine « plurralismo » ciò dipende dal fatto che questa parola non era ancora entrata nel vocabolario corrente degli studi• sui regimi totalitari. Dopo l'apparizione del loro lavoro, tuttavia, la parola è non soltanto comparsa nelle opere sui paesi dell'Est, ma la maggior parte delle analisi hanno consacrato uno o più capitoli allo studio dei gruppi che si distinguono non solo per la loro individualità, ma anche per la loro opposizione al regime. Fra i lavori più recenti inte,ramente consacrati allo studio del fenomeno del pluralisn10 ricorderemo il lib,ro di Ghita Ionescu, L'avenir politique de l'Europe orientale 3 • L'analisi del pluralismo, nei paesi dell'Europa orientale non è uno studio « sociologico », e non ha quindi carattere di « neutralità ». Uno studio del genere comporta fin dall'inizio il ricono,scimento che gli sforzi dei co,munisti per creare una società omogenea so·no falliti. Secondo gli ideologhi e i teorici del comunismo, 1.1nsolo partito, quello del proletariato, conosce le vere necessità del popolo e non ha interessi particolari da difendere. Questo significa che non possono essere ammessi grup-pi di interessi diversi da quel'li che si identificano nel partito e che è esclusa la nozione di conflitto all'interno del proletari,ato o tra questa classe e altre classi o gruppi, ad eccezione dell'antagonismo che o.ppone le classi lavoratrici ed il partito, alle vecchie classi sfruttatrici e ai nemici dell'ordine sociale e politico·. Da questa concezione della dinamica della vita sociale deriva anche la « convinzio•ne >:, che lo Stato è destinato ad estinguersi e che, finché sopravvive, serve da strumento per la realizzazione dei fini ideologici del partito. Ma sia , nell'Europa orientale che nell'Unio·ne Sovietica lo, Stato continua ad esistere e deve essere co•nsiderato come una realtà che ha una vita organica propria. Come nei regimi democratici dell'Occidente, lo Stato è in rapporto• con la società e, come scrive Ionescu, « mentre lo Stato manifesta una tendenza funzionale alla centralizzazione e al monolitismo, la società tende alla decentralizzazione e al pluralismo». Di fatto - quindi - « parlare di una società monolitica è una assurdità logica ... poiché... nessuna società contemporanea è regolata in modo così efficace da poter prevenire l'eterno conflitto dei valori, che sotto la forma del disaccordo, riappare continuamente att•raverso fessure e aperture nuove » 4 • Malgrado l'impegno dottrinario dei suoi teorici lo Stato, nei regimi socialisti, è dunque destinato a subire la contraddizione che esiste fra 3 GHITA loNEscu, L'avenir politique de l'Europe orientale, Futurible, S.E.D.I.S., Paris 1967. 4 G. Io1\1Escu, ibidem. 66 ..... Biblioteca Gino Bianco
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