Sergio Antonucci Resta d.l fatto che gran parte del problema, per molti « uomin,i di az,ienda », è quello della « sopravvivenza ». Riuscire cioè ad essere ancora « vivi » intellettualment 1e, culturalm•enite, criticamente. M,a dopo un discorso con questi giovani viien fatto di chiedersi se anche noi che ci ·crediamo ancora vivi, non siamo sitiati in ·realtà già stritolati e condizionati, anche noi, dalla m1acchina aziendale. Ed allora, come meravigl,iarsi della loro rivo1lta, non fosse altro cl1e per la prospettiva del periicolo che forse avvertono guardandoci in faccia, i.J pericolo che anche essi debbano diventare come noi, fra dieci, quindici o vent'a:Illl)Ji? Come ho notato più sopra, mi sembra cl1e il movimento studentesco s.ia stato finora ampiamente considerato sotto il profilo dei suoi rapporti con la realtà universit,aria e con il mondo politico-ideologico, ma non ,anco1 ra nelle sue ripercussioni n:ell'ambito aziendale che OVVliamente, per i giovani che escono dalle univers,ità e, ,in genere, dalle scuole superiori, è uno degli sbocchi obbligati, se non il maggiore. Certamente, è faoile prevedere che i caipifi1a del movimento non li vedremo bussare alle p•orte delle ,aniende per impiegarsi negli uffioi studi. o fare dom,ande p1er i concors,i s,tatali su carta bollata da 400 lire. Ma vi è tutto l'ampio strato imm.ectiatamente sottostante, vi è tutta la base del movimento stesso, vi è infine tutt·a la massa studentesca - tutte gradazioni attraverso le quali si sfuma già o:ria la carica dii contestazione e di rivolta. Tutta gente che do1 vrà p:riim,a o poi tro,vare la propnia strada da qualche parte, in questo fiamoso « sistema ». No·n posso credere che col « rifiuto del dialogo », i capi del movimento pensino realmente ad un domani nel quale gli student,i in protesta di oggi, giunti alla laurea ed aille scelte, rifiutino i,n massa l'integrazione - cioè gli imp:ieghi pubblici e priva.ti, le banche, .le aziende, i mintsteri, le professioni borghesi eoc.~ O che essi si riferiscano esclusivamente a sé stessii ed alla restretta élite di punta, dis,interessandosi della massa di giovani che li ha seguiti, e nei quali la nuova ideologia ha agito, ha smosso idee, ha fatto fermentare tutto un processo di 1iberazio1 n-e e di rivolta estremamente posiitivo, a parte il giu_dd.zio-che si voglia dare sulle « degenerazioni ». D'altra parte, io sono convinto che la mentali 1tà e la personalità - direi, individuale e collettiv·a - di questa stessa massa •di giovani, e via via di quelli che verranno nei prossimi anni, pur attraverso una gamma di gradazion.i e s.fum·ature, norn saranno più paragonabili a quanto, erav·arno abituati a cono1scere in noi stess,i e nei giovani che entravano nella w,ta sociale fino a questi ultimi anni. Arrivo a pensare - o almeno sperare - che la carica di rinnovamento, di .impegno e di rivo1 lta portata dal movimento, qualche effetto pos;itivo possa averlo perfino su quella specie di « .dura madre» di torpore e di ignavia costituita dal qualunquismo gol.iard,ico -- grembo, oamera di rip1 roduzione di quello nazionale -, tutta quella massa di giovani cioè che in un primo momento sarebbe stata ben lieta di non muovere nulla in un sistema che bene 62 ..... BibliotecaGino Bianco
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