Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Ugo Leone Il co·nsum.o dell'acqua si accresce nella misura i11 cui si accresce lo sviluppo economico e sociale; e, nella misura in ·cui si accresce lo svilup·p·o economico, aumentano i pericoli dell'inquinamento. L'i~dustrial,izzazione, infatti, la mo,dernizzazio•n.e dell'agricoltura e dell'allevamento, dnsieme con il largo uso domestico di detersivi, soino spesso la causa dell'inquinamento delle acque, se la loro portata non è proporzionata alla quantità dei residui che ricevo110. Il p,roblema idrico più grave e di più urgente risoluzio 1 ne è proprio quello dell'e1im.inazio,ne dei rifiuti inquin 1 anti. Esistono oltre 400 tipi di acque di scarico che nischiano di provocare l'avvelenamento delle acque naturali; e i mezzi legali per evitare che il danno si verifichi sono molto generici ed incompleti, specialmente in relazio 1 ne all'attuale progresso tecnolo·gico 1• La legge esistente in Italia per questo settore risale, infatti, al 27 luglio 1934 e stabilisce, molto genericamente, il divieto di nuocere alla salute pubblica tramite scoli di acque, rifiuti, gas o altre esalazioni. Molto più precisa, invece, è, ad esempio, la legislazione francese, che detta precise indicazioni circa lo scarico dei rifiuti, industriali o domestici, n-ei corsi d'acqua: non bisogna gettare acque che superiino i 36°C di temperatura; né troppo acide né troppo basiche e, in generale, non bisogna scaricare sostanze di natura tale da favorire lo sprigionamento di odori, colori o sapori anormali nelle acque naturali che si devono utilizzare p·er l'alimentazione dell'uomo. In I taliia, anche se non si sono a:ncora p•rodotti i fenomeni patologici di avvelenamento verificatisi in altre p·arti d'Europa, il problema esiste ugualmente, ed è partiicolarmente sentita l'esigenza di una legislaz_ione che valga ad evitare che preziose fonti di approvvigionamento vadano perdute perché i corsi d'acqu·a si t·rasformano in conduttori di rifiuti domestici e industiriaLi. , Tale legislazion·e deve basarsi su due punti fondamentali: la disciplina degli scarichi e l'obbligo della depurazione. Tutto quanto esi,ste oggi è uno « schema » di decreto legge, elaborato dai rr1inisteri dei Lavori p,ubblici e della S·anità, che, fra l'altro, vieta, genericamente, lo scarico di effluenti nocivi nelle acque pubbliche senza che si sia provveduto ad un p·reventivo trattamento di depurazione. Per elaborare lo, schema sono occorsi tre anni; da oltre un anno esso « giace» in attesa di essere presentato al Consiglio dei ministri; alla riapertura delle Camere il governo Leone avrà cose molto più « urgen-ti » di cui occuparsi; quindi dovrebbe intervenire la prev.ista crisi autunnale •dopo il Congresso socialista; forse il governo che ne verrà fuori potrà affrontare l'argomento e varare !'·auspicata legge. O·uando ciò avverrà saranno p1 assati alme~o cinque anni da quando si è cominciato a studiare il problema; cinque anni che, purtrop•po, non sono passati senza lasciare segno nelle nostre acque. UGO LEONE 58 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==