Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Adriana Bich Ma a questo bastano, o dovrebbero bastare, i profili dei singoli alunni, magari integrati da una « s,toria » della classe da cui risultino cambiamenti di docenti, mutamenti •di composizione, insomma tutti i fattori valutabili per giudicare serenamente gli alunni in sede di esame. Attualmente il membro interno finisce con l'essere una figura in definitiva o superflua o, viceversa, alquanto ambigua. Nella scuoJa statale è un professore ordma,rio, di certo a.ffettuosamente interessato alle sorti dei suoi alunni, ma altrettanto certamente infastidito dalla necessità di essere una specie di « procacciatore di promozioni »; consuetudine, questa, e malcostume, portati proprio dal p,aragone con l·a scuola privata che tende a trasformare « la stessa scuola pubblica in scuola privata, giacché è propria di qu,esta la preoccupazione costante e l'escogitazione di ogni misura o astitzia per il buon esito dell'esame», come affermò Lamberto Borghi in un volume miscellaneo edito nel 1962 da « La Nuova Italia», in cui, sullo stesso problema, anche Pasquale D'Abbiero scrisse un articolo ancora attualissimo e valido nelle argomentazioni, p,ronun2Jiandosi decisamente a favore della abolizione del membro interno « la cui presenza involontaria,nente turba il funzionamento della commissione ». Quando poi esso è il gestore o un dipendente del gestore di una scuola privata, interessato no1 n solo moralmente, ma anche economicamente alla favorevole riuscita degli esami, « turba il funzionamento della co1n111issione » non sempre involontariamente. E questo è un altro esempio di come l'apparente «parità» tra scuola di Stato e scuola privata troppo spesso ancora si risolve di fatto in favore della seconda. I provvedimenti sugli esami di Stato recentemente studiati in sede di commissione parlamentare, la cui approvazione è stata ritardata da un rinvio in aula, rjguardano particolarmente la struttura delle Commissioni di esame, I problema sempre più grave per il crescente numero dei candidat 1 i. Si propone una più amp,ia interp,retazione delle disposizioni ora vigenti, per cui fungerebbero da commissarii an,che professori medi non ancora di ruolo, cosa che del resto avviene già un po' dovunque, tacitamente e certo meno regolarmente di quanto si potrà fare obbedendo a norme precise, ed è del resto inevitabile. Questo, e il conflitto di competenze e d1 i prestigio che ne può der.ivare, rientrano nel più vasto è altrettanto urgente problema della sistemazione giuridica definitiva della carriera degli insegnanti medi. Quali presidenti di commissioni, poi, dovrebbero essere nominati, oltre ai presidi, come era disposto, anche gli idonei non vincitori di concorsi a preside, e professori di scuole medie superiiori con una certa anziani,tà di servizio. Anche questo, p·robabilmente, permetterà non pochi favoritismi. Ma si affiderà la vigilanza sullo svolgimento degli esami in o,gni caso a uomini della scuola, ·di cui conoscono a fondo, e nel loro continuo presentarsi e rinnovarsi, difficoltà, necessità, problemi. La legge vigente dà facoltà al ministro di scegliere i presidenti anche tra i professori uilliversitari, purché ordinari, o liberi docenti incaricati, o liberi docenti assistenti, e di « materie attinenti agli esami», considerando 54 ..... BibliotecaGino Bianco

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