. ' Giornale a più voci sfruttare in pieno tutti gli effetti che normalmente scaturiscono dalla localiLzazione di più imprese fra lo,ro interdipendenti sotto il profilo strutturale. Certamente, il caso della Puglia potrebbe essere considerato da qualcuno un caso fortunato, nel senso che la Puglia, sotto questo profilo, è risultata avvantaggiata dalla scelta della CEE. Tuttavia, va precisato che questa iniziativa non è rimasta fine sé stessa; grazie soprattutto ai massicci e coordinati investimenti delle partecipazioni statali e all'opera promozionale dell'IASM, essa, oltre a rap·presentare il pri,mo tentati 1vo di approccio concreto ai problemi dello sviluppo, ha segnato anche la strada della programmazione contrattata, la via cioè che l'azione pL1bblica ha inteso dover perseguire per una nuova strategia dello sviluppo. !v1a, se tutto ciò è stato possibile, è dipeso anche dal ·fatto che questa iniziativa è stata prontamente recepita e compresa nella sua vera essenza da un gruppo di uomini che ne ha fatto una battaglia da vincere. In Puglia, vogliamo dire, esiste anche t1n fattore umano di alto livello che ha saputo cogliere con tempestività le propizie occasioni che si andavano maturando e, con continuità, ha mantenuto vivo il dibattito meridionalista sui binari della concretezza, portando all'attenzione del paese i problemi della propria regione con la dovuta efficacia e competenza. Se quindi, al momento attuale, le previsio11i « neutre » pongono su piani così diversi regioni e regioni del Mezzogiorno, ciò deve co,stituire t1n monito. Il caso della Puglia non solo deve rappresentare una strada da seguire per un più rapido sviluppo, ma deve suonare altresì come diretta condanna per l'industrializzazione episodica e miope e per le vuote parole che troppo spesso hanno contraddistinto il dibattito programmatico in molte regioni meridionali, anche in quelle che avevano tradizioni industriali forse ben più antiche della Puglia e che ora si vedono relegate, in termini di prospettive, in una posizione n1olto meno lusinghiera. Ancora una volta la questione meridionale i presenta anche in termini di fattore umano. MARIO CANINO La "maturità ,, immatura Per avere un quadro chiaro del problema degli esami di Stato, ora riportato nuovamente in Parlamento, occo1.1re innanzi tutto un commento alle cifre e alle statistiche. Scelgo il settore della maturità classica, perché è forse il più indicativo di una situazione generale, negli aspetti ii1 cui va evo]vendosi, e negl1 i aspetti in cui appare invariata. I dati delle ultime statistiche finora pubblicate, relativi al 1964-65, sono i seguenti: nelle scuole statali, gli alunni interni esaminati sono stati 23.388 e di questi 20.575, ossia circa 1'87,9% hanno conseguito la maturità. Si sono avuti 5.630 candidati interni delle sct1ole private, di cui 4.761, 1'84,5% circa, si sono diplomati. 49 •BibliotecaGino Bianco
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