Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

... Note della Redazione quelli che si sono avuti a Firenze ed a Ro1na sono stati addirittura selvaggiamente repressivi, e comunque non giustificati affatto, come si è voluto far credere, da intemperanti provocazioni. Ora, a riprova di questo atteggia1nento dei giornalisti che collaborano ai giornali «indipendenti», è stato pubblicato dalle Edizioni di Comtlnità un agile e documentato saggio che ricostruisce tutta la vicenda della 1naricata riforma universitaria e che costituisce un implacabile atto di accusa sia contro la casta accademica che contro la classe politica. Questo saggio si intitola: Università e classe pol1 itica. L'autore è Felice Froio, un giornalista, collaboratore de « La Stampa» di Torino: egli si era già fatto leggere per alcuni suoi « servizi » che denunciavano, in concreto e sulla base di specifici episodi, i deplorevoli ed umilianti mercanteggiamenti, e gli accordi n1afiosi, con i quali si svolgono e si concludono i concorsi per le cattedre universitarie, secondo criteri di cooptazione dinastica che si vogliono ipocritamente qualificare come criteri di cooptazione scientifica; e adesso ha voluto, potuto e saputo dimostrare che, « messi assieme, baroni e superbaroni hanno trovato in una parte della classe politica un terreno fertile per evitare una riforma dei nostri atenei». Quando si leggono i documenti prodotti da Felice Froio nel suo saggio, e che dùnostrano quante e quali sono le colpe dei partiti politici, e in particolare della Democrazia cristiana, per non avere portato avanti te11ipestiva1nente e risolutamente la riforma universitaria; quando si prende visione di ciò che si è detto e di ciò che non si è detto in Parla1nento, discute11do solo alla fine della Legislatura la rifornia universitaria; quando ci si rende conto dei passi indietro che si sono fatti dal momento in cui si era110 conclusi i lavori della Commissione d'indagine sui proble1ni della scuola e dell'Università al momento in cui è stata presentata la rifornia dell'on. Gui; quando si calcola il te1npo perduto e si considerano gli ostacoli all'iter politico e parlamentare della riforma universitaria, non si può condividere l'opinione di chi, come Froio, ritiene ed afferma che « è mancata la volontà politica di realizzare la riforma universitaria». Noi vorremnio che tutti i parlamentari, in primo luogo, ed i dirige11ti politici, ùi generale, leggessero il saggio di Froio; e che lo leggessero anche i più retrivi tra i prof essori universitari: potranno così vedersi allo specchio. La testimonianza dei giornalisti è oggi, sulla controversa questione universitaria, la più attendibile. Lo dimostra il saggio di Froio e lo dimostrano tutti gli sca,nbi di idee che abbiamo avuto in varie occasion.i con giornalisti di varie tendenze e soprattutto quegli scambi di idee che abbia1110avuto con giornalisti che scrivono per giornali moderati: il giornalista è un testimone d'accusa contro la casta accademica e contro la classe politica. Leggen.do il saggio di Froio, e in particolare la pagina sui fatti di piazza Cavour, ci siamo pure ricordati del nostro collega, capo dell'ufficio ron1ano di un grande giornale del Nord, che, all'indomani di quei fatti, ci aveva telefonato per sfogare 1 la sua indignazione. Queste cose, che si leggono nel saggio di Froio, e quelle che si ricavano in generale dall'opinio11e dei giornalisti sulla questione itniver37 B·ibliotecaGino Bianco

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