• Note della Redazione platoniche, formali, tattiche manifestazioni di solidarietà dei comunisti per le vittime di questa repressione; o un ùiquadramento delle forze più protestatarie del movimento studentesco in qualche variante <!,eglischemi frontisti, di un frontismo della protesta, e quindi la strumentalizzazione comunista del movimento studentesco. Gli incontri di Ariccia fra dirigenti comunisti e dirigenti del movimento studentesco miravano appunto a raggiungere questi scopi: vedremo presto se e come sono stati raggiunti. Rivoluzione o repressione Ci sono ambienti che si sono distinti per la grettezza dei loro atteggiamenti, delle loro reazioni, dei loro rifiuti, delle loro negazioni e chiusure nei confronti dei pro,blemi sollevati dal movimento studentesco. Sono gli anibienti che distinguono il cosiddetto potere accademico, o quanto rneno lo condizionano. Certo, fra i Rettori delle Università italiane ci sono stati quelli che hanno magari cercato di aprire un efficace dialo·go con gli studenti: si dice che siano stati gli studenti a rifiutare ogni forma di dialogo, e può darsi; ma si dovrebbe comunque aggiungere che, ad opporsi ai dialoghi, a condizionare i n1odi ed i tempi di ogni tentativo di riforma che andasse incontro alle esigenze fatte valere dagli studenti, a manifestare una volontà di negazione e di chiusura nei confronti delle rivendicazioni del movimento studentesco, a creare difficoltà ai Rettori che erano propensi a discutere queste rivendicazioni, sono stati i prof essori di ruolo. Magari, fra questi ultimi, sono stati più numerosi di quanto non si credesse, gli uomini aperti ai problemi dei tempi nuovi; ma ma anche questa considerazione non altera il g-iudizio complessivo: che in generale il corpo accademico italiano, nel corso di tutte le vicende che hanno preceduto ed accompagnato l'esplosione del 1novùnento studentesco, si è configurato co,me una casta, nel senso tocquevilliano della parola: una casta il cui comportamento ci richiama alla n1emoria quello della nobiltà francese, le ragioni che hanno condannato la nobiltà francese e il confronto tra queste ragioni e quelle che hanno esaltato l'aristocrazia inglese (il richiamo al giudizio di Tocqueville ·sulla nobiltà francese e sull'aristocrazia inglese è stato intelligentemente suggerito da Giovanni Ferrara). Sarebbe un errore grave di valutazione quello di chi ritenesse che, dopo le esperienze dell'ultimo anno accademico, gli ambienti che ieri si sono distinti per la grettezza delle loro posizioni, nei confronti del movimento studentesco, siano oggi meno chiusi, più disposti a prendere seriamente in considerazione talune richieste avanzate dagli studenti, le richieste più ragionevoli, avanzate dagli studenti più responsabili. Non c'è dubbio che questi ambienti confidino, invece, nella possibilità che il movimento studentesco commetta errori irreparabili; puntino sull'ulteriore e definitiva radicalizzazione del movimento studerntesco, sulla sua sterilizzazione nella cosiddetta protesta 34 BibliotecaGino Bianco
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