Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Note della Redazione revisionista» dei comunisti sovietici (in quanto legati ad esigenze dettate dalla ragion di stato dell'URSS) e dei partiti comunisti europei (in quanto asserviti alle stesse esigenze, conservatrici e non più rivoluzionarie). I comunisti, quindi, potrebbero, in Francia ed in Italia, giocare fino in fondo la carta del revisionismo e porre al movimento studentesco questo problen1a: noi siamo con i revisionisti di Praga e voi non potete essere contro i revisionisti di Praga, contro gli intellettuali e gli studenti che in tu.tti i paesi dell'Est europeo, e forse anche nell'Unione Sovietica, sfidano il potere e lo sfidano in condizioni di rischio politico e personale molto più rilevanti di quanto non lo siano là dove il partito comunista, come in Francia e in Italia, è schierato su posizioni revisioniste; pertanto la vostra denuricia contro il nostro revisionis1no, la nostra incapacità di fare la rivoluzione, il nostro rapporto con le gerarchie del Cremlino, la nostra prudenza in circostanze che non sono tali da autorizzare a breve scadenza un rovesciamento di quello che voi chiamate il « sistema », è una denuncia che si fonda su premesse del tutto sbagliate, astratte, contraddittorie, e sono venute ora le itltime vicende cecoslovacche a dimostrarlo. Un discorso del genere - che 1nettesse gli studenti estremisti, gli studenti che denuciano il revisionisnio di Mosca e dei partiti coniunisti in Francia e in Italia, di fronte al problema di dover assitn1ere un. atteggiamento nei confronti dell'impegno in senso revisionista dei comunisti « liberali » di Praga, e di verificare poi se questo atteggiamento è, o non è, coerente con le simpatie finora dimostrate per Pechino e per Cuba - potrebbe portare a chiarimenti molto interessanti. Ma, per qitanto siano volati a Mosca ed a Praga, non ci se1nbra che i comunisti italiani e francesi possano fare un discorso del genere, possano giocare fino in fondo la carta del revisionis,no: essi sono ancora troppo condizionati dal rapporto con le gerarchie del Cremlino e preferiscono quindi eludere le scelte difficili, ricorrendo a formule tradizionali di equilibrismo tattico. E tuttavia, il moviniento studentesco, da un lato, e i comunisti, dall'altro, sono oggi di fronte a questo problen1a, di come giudicare il revisio-- nismo, di quale atteggiamento assumere sia nei confronti della lotta per il revisionismo che stanno conducendo a Praga gli intellettuali, gli studenti, i comunisti « liberali », sia nei confronti della denuncia contro il revisionismo che è venuta da Pechino, da Cuba, da gran parte del terzo mondo, e che è stata perfino strumentalizzata dagli studenti estremisti per mettere sotto accus.a i comunisti fran.cesi ed italiani. È difficile, quindi, prevedere quali saranno nel prossimo futuro i rapporti fra comunisti e movimento studentesco in Francia e in Italia: è presumibile, però, che non saranno rapporti chiari e non saranno rapporti facili. Ed è possibile che, non volendo i comunisti porre agli studenti con sufficiente· chiarezza il problema del revisionismo e degli atteggiamenti da assumere nei confronti della lotta per il revisionismo e nei confronti della denuncia contro il revisionismo, ne derivi o un'ulteriore radicalizzazione del movimento studentesco, e <f.iqui un isolamento del movimento studentesco, forse addirittura una repressione del movin1.ento studentesco, sia pure accompagnata da 33 ·Bibli.otecaGino Bianco

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