Lanfranco Orsini Del tutto? All'inizio di queste considerazioni abbiamo sottolineato per primi la loro sommarietà, e la possibilità di tacciarle di schematismo e astrattezza. Così certamente qualcuno _opporrà al 11ostro quadro scrittori co-me Piovene, il quale ripetutamente ha affermato che oggi il romanzo deve avere un forte contenuto saggistico per non ridursi ad opera di evasione, o Moravia il quale anche lui ha sostenuto questo progressivo integr.arsi della n,arrativa co,l saggio, e i cui più recenti ro1 manzi, La noia e L'attenzione, sono intensamente jdeologizzati e saggistici. C'è tuttavia da osservare la enorme differenza, proprio sul piano degli interessi culturali, tra un personaggio di Thomas Mann, che vive e dibatte i problemi dell'arte, dell'umanesimo e dell'antiumanesimo•, del tempo, del mito, del demoniaco, di tutto ciò che è « nobiltà dello spirito », per dirla col titolo appunto manniano, e un personaggio di Moravia, intellettuale anagraficamente, come il pittore de La 11oia o lo scrit 1tore de L'attenzione, ma i cui interessi non vanno più oltre del sesso nelle sue elementari e fisiologiche manif estazìoni. Anche questo avrà la sua giustificazione storico-sociale, in quanto in Italia il problema del sesso è ancora preponderante per i tabù controriformistici che lo avvolgono, ma innegabile rimane tuttavia la distanza, proprio sul pia110 della problematica culturale, tra un Thomas Mann e un Moravia. Questa carenza, che sia pure sommariamente ci sembra non del tutto gratuitamente affermata, e che se può essere discutibile per la narrativa italiana in genere non lo è di certo per quella meridionale, si riflette infine nei modi stessi del raccontare. Lo scrittore intellettuale tende naturalmente a impegnarsi anche in quel che è la necnica narrativa, e se . , ne pone più consapevolmente il problema. Virginia Woolf, Henry James, Joyce più di tutti, hanno rinnovato le strutture nella misura in cui eranc aperti non alla pura e semplice narrazio11e ma alla interpretazione intellettuale e culturale della realta. Uno scrittore che può sembrare formalmente conservatore come Thomas Mann ha operato una rivoluzione profonda per il suo rendere così essenzialmente saggistico il proprio narrare nonché per la · tecnica wagneriana e musicale del co,mporre, per le ironiche conta,minazioni freudiane junghiane e kerenyane del mito nella tetralogia di Giuseppe, per il dissimulante mo-ntaggio di citazioni e la stratificazione dei vari piani temporali nel Doctor Faustus. La novità invece della tecnica del Verga (che pure fu un grande innovatore nella sua seconda maniera, quando incorporò per la prima volta nella lingua il dialetto) fu una novità a cui egli giunse per la naturale esigenza dell'artista che, portando in sé un mondo nuovo, gli trova necessariamente, ad esprimerlo, la sua forma, ma non fu oggetto di quella riflessione critica e culturale con cui appunto una Woolf, un Joyce meditarono sul 24 BibliòtecaGino Bianco
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