... Narrativa 111,eridionale proble,natica di cultura nuan1ente d'imbatterci in romanzieri (e poeti) che contribuiscono, parallelamente alla loro attività artistica, alla vita del saggio e che nell'arte portano inevitabilmente il riflesso di quei loro interessi problematici e di cultura. L'interesse dello scrittore italiano, invece, e particolarmente meridionale, è più rivolto all'interpretazio11e della vita popolare e all'espressio11e di una ideologia o semplicemente delle idee. C'è in Italia, ben più che in altri paesi d'Europa, come una netta divisione di compiti. Così vediamo che chi fa lo scrittore quasi sempre non ha nulla a spartire con l'attività saggistica o critica: divisione di compiti della quale secondo alcuni sarebbe responsabile l'estetica crociana, che ha così intensamente affermato il carattere di pura liricità dell'arte, escludendo da essa ogni elemento ideologico o culturalistico; ma sta di fatto che il Croce come critico letterario fu tutt'altro che estraneo alla considerazione delle idee e dei contenuti. A questo punto, per evitare l'equivoco, sara forse opportuna una precisazione, anzi due. Quando si parla di mancanza di idee e di ideologia dietro le spalle dei nostri scrittori, italiani o meridionali cl1e siano, bisogna anzitutto chiarire di che tipo di ideologia essi mancano, o di che tipo di ideologia son dotati. Per rifarsi a grossi nomi. come quelli del Verga e del De Roberto, si deve immediatamente affermare che dietro di loro - e nessuno si sognerebbe negarlo - c'è tutto un mondo di idee, bensì implicito, cioè una poetica che in certo qual modo sopraffà la necessità stessa di esprimere nell'opera d'arte il pensiero. Nei Malavoglia la tensione ideologica è dominata completamente da quel lirismo continuo, e sul piano opposto da quella famosa « impersonalità », che stanno al fondo della poetica del Verga. Così mentre in Zola le idee affiorano, in Verga sono tutte implicite, e questo conferisce la maggior carica di liberta e umanità alla poesia del Verga nei confronti di quella di Zola. Ma d'altro canto (per fare una parentesi in questa prima delle due precisazioni annunziate) in un altro scrittore, Pirandello - e qui vorremmo aggiungere che la sua stessa eccezionalità conferma la nostra tesi di fondo - c'è ben invece proprio quella esplicitazione delle idee che, secondo Sciascia, derivano la loro problematica non solo e non tanto dal suo europeismo., dal fat 1to che egli avesse studiato in Germania, ma proprio dal fondo più autoctono della sua nativa Sicilia 1 ; sicché prefazionando La Nana di Navarro della Miraglia 2 , Sciascia vedeva già i·n quel ro-manzo, nell'etica spostata, dilacerata, dilaniata di quei personaggi, 1 Cfr. LEONARDSOCIASCIA, Pirandello e la Sicilia, Caltanissetta 1961. 2 NAVARRDOELLAMIRAGLIA, La Nana, con introduzione di Leonardo Sciascia, Bologna 1963. 21 -BibliotecaGino Bianco
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