Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Rilanciare l'Europa dell'Europa unita? Come spiegare che nessuno dei movimenti « alla ricerca di qualcosa di nuovo » ha ritenuto che l'unificazione del vecchio continente fosse un obiettivo valido? Si può comprendere come a molti il sogno di un'Europa unita si presenti « immiserito nei problemi di uno snervante do ut des economico », come ci sia più « passione » nelle lotte di popoli e di continenti che attraversano la loro « fase ottocentesca ». Questo non significa che l'europeismo sia sconfessato dai movimenti giovanili. Al contrario, per molti di loro l'europeismo sembra essere un dato di fatto più che per gli anziani. Il superamento delle frontiere, sintetizzato in un celebre giudizio di Cohn-Bendit, è stato t1na delle caratteristiche dell'agitazione giovanile. Può darsi che la crisi investa solo la concezione dell'Europa a sei. Ma in realtà nessun europeista ha mai pensato di fare di quella formula il suo schema fisso, il suo ideale ultimo. Essa è il 11ucleo, non il corpo; il mezzo, non il fine. Oggi si avverte l'esigenza che a quel disegno partecipino e rechino il loro contributo altri popoli e altre forze politiche. Questo sì. E la crisi dei vecchi scl1ieramenti sembra già consentirlo. « Lo slancio deve venire dal basso: i vertici, i governi l1anno dato tutto, ora sono in fase di regresso » afferma uno dei vice-presidenti della Commissione. Più che nei risultati ottenuti, l'ideale europeo va misurato nel suo potere di rilancio. DINO FRESCOBALDI 17 · BibliotecaGino Bianco

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