.. Rilanciare l'Europa parte. Basterà ricordare esemplificativamente la sorte dell'Euratom. Il divario tecnologico si allarga. Contro questa te11denza delle cose si battono ormai in pocl1i. Rey, il belga che De Gaulle ha « scelto » come presidente della com1nissione dopo aver imposto il ritiro di I-lallstein, si affida alle sue arti diplomatiche per far navigare il vascello comunitario senza urtare nessuno. Non da lui possono venire iniziative di rilancio. Per De Gaulle è lì per questo. Si batte Sicco Mansholt, il socialista olandese che ha la paternità della politica agricola comunitaria. Non è un utopista e la maniera come l1a trattato la questione agricola, scendendo a costosissimi compromessi, lo dimostra. Dice: « Noi vediamo come determinati fattori, quali lo Statonazione ed il nazionalismo vecchio stile, possano frenare lo sviluppo; uso l'immagine del freno piuttosto che quella di un'inversione di marcia, poiché il freno può essere il risultato di un atteggiamento negativo, di mancanza di volontà d'agire. L'azione frenante può essere n1antenuta fino a che tutto giunge ad un arresto completo. Ciononostante ho fiducia che l'azione da noi avviata sarà continuata per la semplice ragione che non esistono alternative. I proble1ni che stiamo studiando non possono essere risolti applicando i vecchi metodi di cooperazione tra Stati. Essi sono troppo interdipendenti, troppo complessi sotto gli aspetti non soltanto economici e sociali, ma anche, e principalmente, politici. La crisi del 1965 nella nostra piccola Comunità ha dimostrato che non esistono più alternative di qualsiasi genere ». Sono i governi, anche quelli che non perdono occasione di professarsi europeisti, pronti a prendere l'iniziativa del rilancio politico? Troppe volte inerzia, provincialismo, politica del giorno per giorno si sono nascosti dietro la scusa di dare la colpa a De Gaulle. Il nostro governo ha anch'esso la sua responsabilita se l'Europa si è fermata. A parole i governi italiani si son sempre dichiarati europeisti, hanno, pagato sempre quello che gli anglosassoni dicono un « tributo labiale » alla causa sovranazionale. Pu11tualmente ci siamo indignati tutte le volte che De Gaulle ha messo in crisi la Comunità. Salvo poi a « lasciare che le cose andassero per il loro verso ». Quando certi problemi si son presentati con un carattere politico 11n po' « delicato », i governi italiani hanno preferito sempre non affrontarli. L'Europa poteva aspettare. Per diverse legislature non è stata rinnovata la rappresentanza italiana al Parlamento europeo di Strasburgo. C'erano dei posti vuoti lasciati da deputati defunti. Altri posti erano ancora occupati da « deputati » non più eletti nel parlamento nazionale. C'erano i fascisti ma non i socialisti. La politica italiana non poteva essere più contraddittoria. Da un lato Roma si batteva per l'elezione a suffragio diretto di un Parlamento 15 BibliotecaGino Bianco
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