·' Rilan,ciare l'Eurova zionale »? Non aveva egli così dato l'avallo della sua autorità a quella tattica fondata su realizzazioni silenziose, che avrebbe un giorno messo davanti agli occhi di duecento milioni di europei la nuova realtà? Ora gli eurocrati tendono a dividersi in due correnti di pensiero. C'è chi afferma cl1e l'Europa dei sei ha già compiuto il lavoro più vistoso, che la macchina è già avviata sul binario della normalità, che occorre solo trovare e conservare la « velocità di crociera ». Non che l'unificazione sia fatta: questo nessuno lo dice. Ma si punta l'accento sul fatto che il periodo dell'avviamento, la fase della messa in moto - « sempre i momenti più difficili », vien ripetuto - sono stati superati. A questo punto sarebbe quasi impossibile tirarsi indietro. Si tratta di consolidare con un costante sforzo quotidiano le conquiste già compiute, di portare tutta la realtà europea sulla stessa linea delle posizioni acquisite. Le strutture portanti sono state poste: adesso occorre riempire i vuoti, gli spazi lasciati scoperti per quanto larghi al fine di completare la costruzione dell'edificio. Crisi dell'ideologia europeista? Si risponde: non una crisi ma un normale passaggio dai grandi pri11cipii alla realtà. L'Europa non è più oggetto· d'ideali? Ma perché è ormai oggetto di studi: nelle università francesi le tesi di gran lunga più frequenti sono quelle dedicate ai molti aspetti della lunga strada comunitaria già percorsa. Sulla base di un'indagine compiuta in coincidenza col 1° luglio dalla SOFRES (Società francese d'inchieste e di sondaggi) risulta che il 67 per cento dei francesi interrogati è favorevole all'unificazione politica dell'Europa. Solo un otto per cento si è dichiarato contrario. I favorevoli si trovano non solo fra gli indt1striali, i grandi commercianti, i rappresentanti delle professioni liberali, ma anche fra i seguaci dei partiti normalmente critici dell'europeismo classico. Il 77 per cento degli elettori gollisti e il 56 per cento di quelli comunisti si augurerebbero la costruzione dell'Europa. Il 66 per cento dei francesi interpellati è disposto ad attribuire ad un organo federale europeo la competenza sulla ricerca scientifica, il 61 per cento la politica estera, il 41 per cento la politica sociale. Un 53 per cento contro un 30 per ce11to approva l'idea di una moneta unica europea; maggioranza, per quanto minore, di sì pure per un esercito europeo: 42 per cento contro 36 per cento. Cinquantanove francesi su cento sarebbero favorevoli a eleggere anche subito un Parlamento europeo. Dall'inchiesta il nazio,nalismo sembrerebbe confinato anche in Francia al campo dello sport e dei simboli: un 53 per cento· è contrario a veder sostituire nelle competizioni la squadra nazionale francese con una squadra europea, mentre il 70 per cento non vuol rinunciare ai colori della bandiera francese. Questa indagine darebbe dunque ragione agli' ottimisti, per i quali l'importante per l'Europa è di proce13 iblioteca Gino Bianco
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