Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Dino Frescobaldi Europa è « l'Europa dei padroni ». Bisogna battersi contro tutto ciò. I sindacati dovrebbero fare ammenda dei loro errori - gravissimi - del tempo p•assato. D'altra parte la Comunità deve se])tire il bisogno di associare i lavoratori al suo procedere, e lo può fare solo con una politica sociale più avanzata. Associare i lavoratori, associare i giovani: la Comunità no,n ne può fare a meno. L'Europa non è fatta solo di forze economiche. Aprire il dialogo a tutte le forze che si agitano nel nostro contine~te diven,ta imperativo se si vuole tradurre l'integrazione nella vita. Questa necessità sta all'origine dei grandi « colloqui » che il manifesto della Co·mmissione per il 1° luglio ha annunciato per la fine di quest'anno. Nel momento in cui raggiungeva il suo primo importante traguardo l'Europa ha avuto la folgo,razione della crisi e delle sue insufficienze. Le misure francesi « notificate » alla Commissione senza chiederne il parere non hanno fatto che sottolineare un disagio che in realtà ha cause più profonde. Politica e ideologie non marciano più di conserva con il lavoro del grande apparato comunitario. Burocrati e tecnocrati sentono di non poter da soli costr11ire l'Europa. Nei grandi e moderni edifici del quartiere del Cinquantenario, non tutti ancora ultimati, che Bruxelles ha destinato agli « eurocrati », si sforna110 regolamenti, la macchina burocratica gira indefessamente, rria a momenti si ha quasi l'impressione che giri in folle, che la marcia non sia ingranata. ·La marcia è la « politica », è il sostegno ideologico. Ci dice un funzionario: « È passato il tempo in cui ci sentivamo dei sacerdoti di un ideale, in cui ci sentivamo sostenuti e spronati da una co,scienza politica ansiosa di bruciare le tappe, da 'un'attesa che permeava governi e partiti ». Oggi gli eurocrati avvertono che il dibattito politico li sfiora appena, che il ce11tro -dell'jnteresse dei movimenti che si dicono d'avanguardia si è spostato verso altri obiettivi. Questo porta a riesaminare tutti i vizi della costruzione europea, come nacque nei giorni del fervore e della tensione politica. « Europa atlantica », « Europa carolingia » erano delle formule evidentemente legate alle circostanze di un momento. Quando le circostanze sono cambiate le formule non hanno più corrisposto. « L'Europa paga oggi il prezzo del colore po•litico con cui venne alla luce » è il giudizio di un membro della Co,mmissione. Come rimediare a questa crisi d'ideologia? I « sacerdoti » dell'europeismo si sono appunto per questo trasformati in burocrati, in « eurocrati >?. Ham10 cercato di dare al loro lavoro un carattere tecnico e amministrativo, di realizzare giorno per giorno un'integrazione nelle cose, un'« unificazione strisciante ». Non aveva forse J ean Monnet, uno dei pa·dri ideologici dell'europeismo, parlato lui stesso di un'« Europa fun12 BibliotecaGino Bianco

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