Leone Iraci È del tutto possibile - e a11che probabile, in date condizioni storiche - che mentre si accresce la quota del reddito nazionale che va a redditi di lavoro non elevati, nell'ambito• dei redditi di lavoro si accrescano le differenze, perché gli stipendi, nel settore terziario e nel settore industriale, e altri reddìti di classe media, si accrescono relativamente più dei salari operai, e perché l'occupazione operaia nel settore moderno si accresce solo in misura limitata, respingendo una parte notevole delle forze di lavoro in occupazioni precarie a bassa remunerazione e nel settore tradizionale. In questo caso si potrà dire che la distribuzione del reddito è divenuta più uguale, o che è divenuta più disuguale, secondo il punto di vista prescelto. Se si assume (si potrà dire che questa disaggregazione non è realistica: ma si dovranno. indicare i motivi per cui si preferisce una disaggregazione diversa 25 ) che quello che caratterizza il livello di disuguaglianza di una società è il distacco tra il livello di vita (e non solo il livello di reddito 26 ) degli strati popolari, da una parte, e quello dell'insieme delle classi dirigenti e delle classi medie, dall'altra, si deve concludere che in questo caso si ha un effettivo inasprimento dei distacchi sociali. È noto che in Italia, nell'elaborazione di una politica economica alternativa a quella degli anni 50, non si posero quasi affatto (e comunque non si posero con caratteri di priorità) problemi di scelta degli investimenti: la tendenza a investimenti tendenti ad elevare la produttività e non ad accrescere l'occupazione fu rilevata solo sporadicamente e anche quando fu rilevata, no1 n divenne punto di parte11za cli proposte alternative. La stessa incentivazione pubblica degli investimenti, in assenza di criteri selettivi, è stata anche un'incentivazione alla sostituzione (potenziale, ma talvolta anche effettiva) di lavoro e ciò spiega, tra l'altro, la modesta espansione della occupazio·ne industriale nel Mezzogior110. 25 Il tipo di disaggregazione prescelto riflette, evidentemente, una data visione della società (qual'è lo spartiacque tra classi privilegiate e classi non privilegiate) e anche un dato giudizio di valore, se si assume che sia desiderabile una redistribuzione a favore dei non privilegiati. 26 Un confronto che tenga conto soltanto dei livelli di reddito tende a sottovalutare le differenze di livello di vita, dato che, indipendentemente da livelli di reddito inferiori (e anche quando questi non sono sensibilmente inferiori, p. es. tra .certi strati operai e certi strati di piccola borghesia depauperata) le condizioni di lavoro e di status sono decisamente inferiori. Questa constatazione dovrebbe essere ovvia, e sostanzialmente era ovvia in epoche precedenti, ma oggi non sembra inutile, dato che coloro che più influiscono sull'opinione pubblica hanno poche occasioni di osservare le condizioni di vita delle classi popolari. 126 Biblioteca Gino Bianco
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