Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Dall'« opulenza » al benessere più dall'aumento della popolazione del mondo (ipotizzandosi nei paesi più sviluppati un accrescimento di tali beni più o meno proporzionale alla popolazione, cioè un consumo pro capite più o meno costante, e nel resto del mondo un avvicinamento - che ·potrà essere abbastanza rapido, per gli effetti dimostrativi e per la diminuzione dei prezzi relativi dei be11i durevoli di consumo - all'attuale consumo pro capite dei paesi più sviluppati) che da un aumento del consumo pro capite che, oltre certi livelli di reddito, non può essere rilevante. L'uso del termine di « opulenza » per indicare situazioni in cui le diseconomie esterne di gran parte dei consumi divenissero enormi non sarebbe· solo filologicamente erroneo: avrebbe anche un tono emozional1nente perverso. Dire, per esempio, che le condizioni della società opulenta si vanno diffondendo almeno in una parte dell'America Latina e, in una certa misura, anche nei paesi afroasiatici, perché in essi si diffondono beni durevoli di consumo dotati di notevoli diseconomie esterne, sembrerebbe implicare, da parte dei paesi sviluppati, un giudizio di valore inaccettabile 7 , come quello che i paesi sottosviluppati « non dovrebbero permettersi » neanche un consumo pro capite di beni durevoli, che, comunque, resta di gran lunga inferiore a q11ello dei paesi sviluppati. In assenza dell'esplosione demografica ( se si suppone, per esempio, che la popolazione di dati Stati o regioni, o del mondo nel suo insieme, non si accresca ulteriormente, o si riduca a quello che era un anno precedente: al 1920, o al 1930 o a qualsiasi altra data) nella maggior parte dei paesi industrializzati di oggi non apparirebbero fenomeni di « ingorgo », e nei paesi più o meno sottosviluppati i livelli di consumo pro capite potrebbero continuare ad elevarsi per u11lungo periodo (probabilmente, per un periodo abbastanza l11ngo da consentire un graduale cambiamento delle abitudini di consumo, quando divenissero irrazio·nali grafica non è solo un problema dei paesi sottosviluppati. Una semplice extrapolazione ad es. per un secolo, del tasso di incremento demografico degli ultimi deceru1i negli Stati Uniti dimostra che non ci sono alternative alla fine dell'esplosione demografica: se l'incremento demografico dovesse continuare a un tasso vicino a quello attuale il mondo sviluppato non solo (quale che fosse, nell'ambito delle alternative verisimili, l'accrescimento del prodotto fisico) non vedrebbe aumentare il suo livello di vita, ma non potrebbe neppure conservare un livello di benessere appena accettabile. · 7 Trattandosi di un giudizio di valore, dire che è inaccettabile non presuppone una dimostrazione, significa soltanto che l'autore non lo accetta. Ma non per questo tale affermazione è inutile: se non altro tende a rendere esplicito il giudizio di valore opposto, che in genere resta implicito, éon atteggiamento che caratterizza tutte le posizioni apologetiche che non possono sopravvivere che su un terreno di doppia verità. 115 BibliotecaGino Bianco •

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