Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Leone Iraci zionale delle risorse destinate al consumo, che sono considerati fatti di opulenza, costituisco·no invece gli aspetti - non ~ecessariamente inevitabili - di un insufficiente adattamento a condizioni di opulenza relativamente recenti. D'altra parte, se le diseconomie esterne del consumo- sono connesse al volum·e di dati consumi più che al livello del consumo pro capite, si deve concludere che gran parte dei costi generalmente e acriticamente imputati alla società opulenta sono in realtà « costi di congestione», in gran parte indipendenti dal livello di consumo pro capite, o addirittura negativamente correlati a questa grandezza. Quello che appare opulenza è, in gran parte dei casi, sovrappopolazione. Per riprendere l'esempio precedente, il traffico di una grossa città asiatica è certamente più ingorgato di quello di una piccola città dell'Europa occidentale: ma considerarlo indizio di opulenza sarebbe dare un singolare significato alle parole. È vero che, in un periodo breve, le diseconomie esterne del consumo si sono manifestate soprattutto attraverso l'aumento, del consumo pro capite. Ma questo è avvenuto perché solo da pochi decenni i beni durevoli di consumo prodotti dall'industria moderna 5 sono venuti a costituire una parte non insignificante della pro,duzione industriale. Mentre questo processo non ha caratteri cumulativi e, anche a un livello non molto elevato di prodotto pro capite, tende ad arrestarsi (cioè i beni di consumo durevole hanno un'elevata elasticità/reddito soltanto a livelli di reddito abbastanza modesti), ha evidentemente carattere cumulativo l'esplosione demografica 6 • L'« ingorgo» (in senso proprio e in senso metaforico) di beni. durevoli, nella prospettiva del prossimo secolo, sorge critiche sociali. Ci si picca talvolta persino di una certa trascuratezza nell'abbigliamento personale, specialmente fra gli uomini» (J. K. GALBRAITH, La società opulenta, Edizioni dii Comunità, 1965 p. 196). Da quando queste frasi furono scritte (1958) le tendenze qui indicate sembrano essersi affermate ulteriormente anche negli Stati Uniti; indubbiamente (pur con notevoli differenze) esistevano già precedentemente in altri paesi sviluppati. 5 Fino agli anni 20 del XX secolo (cioè fino alla diffusione dell'automobile, e poi di altri prodotti di consumo durevole, negli Sta ti Uni ti e in alcuni paesi de 11' Europa occidentale) i beni durevoli di consumo erano costituiti soprattutto da abitazioni, e inoltre da prodotti dell 1artigianato, cioè da prodotti di settori in cui le economie di scala erano insignificanti o negative. 6 È noto, ma non è ancora sufficientemente tenuto presente, in tutte le sue implicazioni, il fatto che l1andamento demografico degli ultimi decenni ha s1nentito la previsione relativamente tranquillizzante, largamente diffusa (almeno come ipotesi altamente probabile) fino alla seconda guerra mondiale, che a un certo livello di prodotto pro capite il tasso di incremento de1nog:r;afico cadesse rapidamente. L'incremento, molto più rapido di quanto si prevedesse, della popolazione degli Stati Uniti e anche di altri paesi sviluppati ha dimostrato che non opera nessun freno automatico all'esplosione demografica; e che perciò l'esplosione demo114 -. Biblioteca Gino Bianco

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