Dall'« opulenza» al benessere tuno osservare fin d'ora come la critica ai consumi « opulenti» derivi in gran parte da 11na implicita ma non sempre in~onsapevole idealizzazione della società tradizionale, dei modi di vita delle società precapitalistiche o paleocapitalistiche. Non c'è infatti nessun motivo di presumere che la composizio,ne del consumo nelle società preopulente fosse particolarmente razionale; o anche che fo·sse n1eno irrazionale che nelle attuali società « opulente » 3 • Tutto questo non significa che si possa accettare una posizione di compiaciuta giustificazione verso le società sviluppate di oggi, e neanche verso l'introduzione di consumi « opulenti » in società insufficientemente sviluppate. Esisto,no effettivamente non insignificanti « diseconomie esterne del consumo », nel senso che l'aumento di un consumo da parte di un soggetto determina, coeteris paribus, una diminuzione della utilità dello stesso bene o servizio per altri consumatori. L'esempio più evidente è quello dell'ingorgo degli autoveicoli nelle grandi città contemporanee, anche in economie sottosviluppate: a Lima non meno che a Roma. Per analogia il termine di « ingorgo » (in un significato cl1e è solo parzialmente metaforico) può essere usato per indicare tutti i casi in cui un dato consumo, se effettuato contemporaneamente da un numero di consumatori molto elevato, dà a ognuno di loro un'utilità molto minore di quella che, a parità di gusti e di qualità fisiche del bene o servizio co•nsumato, avrebbe dato nel caso in cui il numero dei consumatori, o il volume nel consumo complessivo, fosse stato sensibilmente minore. Ma questa situazione caratterizza non tanto una società propriamente opulenta, quanto l'introduzione di elementi di opulenza in una società insufficientemente sviluppata. Nell'Italia degli anni '30, i non molti che possedevano un autoveicolo potevano spostarsi con grande facilità e rapidità anche nei centri cittadini e anche nelle ore di massimo traffico. Se oggi chi acquista un'automobile se ne aspettasse le stesse prestazioni (ciò che avveniva, probabilmente, per coloro che accedevano per la prima volta al possesso di un'automobile almeno fino alla n1età deglii anni 50) si troverebbe ad aver fatto un uso irrazionale del suo reddito quando constatasse che, 3 Il più evidente motivo di irrazionalità nelle società preopulenta è costituito indubbiamente dalla distribuzione, in genere molto disuguale, del reddito. Ma anche nell'ambito di una data distribuzione la società tradizionale non contiene necessariamente un meccanismo di razionalizzazione del consumo. In tutte le società fortemente differenziate una parte importante del consumo delle classi privilegiate assume il carattere rituale di conspicuous consumption; è inoltre evidente che il peso della tradizione, la non conoscenza delle alternative esistenti, i circoli viziosi e le indivisibilità dell'offerta hanno ostacolato, in tutte le società, un uso razionale delle risorse destinate al consumo anche nell'ambito delle classi privilegiate, e perciò anche al di là dei vincoli della disuguale distribuzione. 112 ..... Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==