Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

.. Dall'« opulenza» al benessere sione la traduzione in greco, « poliplezia » invece di opulenza, analogamente all'« ofelimità» paretiana), se coloro che usano in questo senso il termine di opulenza lo assumessero esplicitamente in un significato diverso da quello galbraithiano. Non solo ciò non è avvenuto, ma il dibattito sull'« opulenza» in Italia ha recepito gli argomenti di derivazione galbraithiana ai fini della polemica contro una vera o presunta « opulenza » che è qualche cosa di diverso da ciò che come opulenza era stato definito da Galbraiith 2 • Il problema di una composizione irrazionale del consumo, indipendentemente dai livelli di reddito e di consumo, non può essere escluso acriticamente. Il peso della tradizione (in genere sottovalutato), i condizionamen,ti oligopolistici (in genere sopravvalutati), i circoli viziosi della domanda e dell'offerta (in genere ignorati) determinano una distorsione del consumo, e della produzione, in confronto all'optimum ottenibile con date risorse, e anche con date risorse e una data distribuzione del reddito, che ha indubbiamente un'importanza tutt'altro che trascL1rabile, sia nelle società sviluppate che in q11elle sottosviluppate. Ma proprio perché questo problema si pone in tutte le società (e probabilmente in modo più acuto nelle società sottosviluppate in cui persistono valori tradizionali che in quelle società sviluppate che non accettano acriticamente la cultura dell'oligopolio: più nel Medio Oriente che nell'Europa occidentale) indipendentemente dal loro livello di sviluppo, si tratta di un problema completamente diverso da quello della Affluent Society, anche se evidentemente ad esso connessa, soprattutto attraverso gli effetti dimostrativi provenienti dei paesi sviluppati. Ma l'identificazione della problematica dell' « opulenza » con quella di una composizione razionale del consumo, anche e soprattutto nei paesi non ancora opulenti, non porta che a confondere e nascondere, i temi fondamentali. Si dovrà, certamente valutare criticamente la presunta opulenza dei paesi industriali e la presunta esplosione dei consumi « opulenti » anche nei paesi più o meno insufficientemente sviluppati. È comunque oppor2 In questo campo, un livello di confusione quasi insuperabile sembra essere stato raggiunto nel convegno delle ACL! dell'estate 1967: dopo avere assunto arbitrariamente che le società contemporanee sono società «opulente» (sostanzialmente nel significato di una composizione del consumo in cui incidono in misura elevafa consumi definiti opulenti: senza neanche un tentativo di dimostrazione e con definizione arbitraria del carattere opulento di determinati consumi) contro l'opulenza cosi definita si sono accolte le critiche galbraithiane che si riferiscono a un concetto di opulenza completamente diverso; poi, identificandosi implicitamente e arbitrariamente « società opulenta» e « società del benessere», si è fatta confluire la polemica contro l'opulenza in nome del benessere con la polemica contro il benessere in quanto obiettivo. 111 BibliotecaGino Bianco

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