SAGGI Dall' "opulenza" al benessere di Leone Iraci La critica della società opulenta, iniziata da J. K. Galbraith con l'opera famosa, è stata recepita e ripresa i11Et1ropa con giudizi di valore e presupposti completamente diversi da quelli dell'economista statunitense. In Europa, infatti, non solo da una critica all'AffliLent Society, ispirata alla preoccupazione di ottenere dalle risorse disponibili il massimo di benessere, si è passati implicitamente a una critica del benessere, a un rifiuto, più o 1neno aperto (non solo nel sa11fedismo stalinista della « Rivista Trimestrale », ma ancl1e nelle correnti di ispirazione più o meno direttamente crociana), delle aspirazioni al benessere, ma non ci si è neppure domandati fino cl1e punto una società « opulenta» potesse esistere in paesi semisvilt1ppati, come il Mezzogiorno italiano (e, in sostanza, gran parte dell'l talia centro-orientale), al principio degli anni 60, e come gli stessi paesi piu o meno sottosviluppati. Ciò significava, da una parte, confondere un discorso eco11omico con una contrapposizione di giudizi di valore. Per definizione, il dibattito economico prest1ppone l'accordo sulle premesse di valore: si riferisce ai mezzi e non ai fini. Tutta la leoria dell' conon1ia del benessere, non solo nelle esplicite formulazioni di « dopo Pigou », ma anche in quelle meno esplicite (rr1a spesso abbastanza esplicite) dell'economia neoclassica e anche classica, presupponeva che la desiderabilità del benessere non fosse posta in discussione; e in sostanza il dibattito rimane su questo terreno, non solo in Galbraith ma in tutta la cultura di ispirazione democratica: anche in questo, J. A. Schurnpeter rimane estraneo, volutamente e dichiaratamente, alle idee dell'Occidente. Ma nella cultura italiana degli anni 60 confluivano correnti che, nei grandi paesi di tradizione occidentale (non solo nei paesi sviluppati, ma anche nell'America Latina e nei settori di cultura moderna dei paesi afroasiatici) erano marginali o consapevolmente provocatorie. In Italia l'irrazionalismo congelatosi in. fascismo e trasferito al postfascismo dall'ossessione moderata del dopoguerra era, nelle sue forme di derivazione crociana, cultura egemonica anche nell'ambito delle forze 109 Biblioteca Gino Bianco
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