Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

Ferdinanclo V irdia burocratico e dalla routine dell'Ente, anche se per avventura tra i suoi dirigenti appaiono talvolta i nomi di notevoli uomini di cultura, ai quali si devono spesso le migliori iniziative in campo culturale. La radio e la televisione, si dice, ed è vero, sono mezzi di comunicazione che giungono sino alle propaggini capillari della società, con una tempestività e forz1 a di p1enetrazione, che la stampa periodica non riuscirà forse mai ad eguagliare. Questo impone altresì una particolare gestione dei suoi mezzi e dei suoi servizi, e soprattutto un atteggiamento verso la cultura che non sia quello dello spettacolo o della persuasione occulta, o di una vana presentazione mondana e giornalistica del libro, del libro cioè come frutto di vanità personale o del libro come notizia. Se si accetta questo criterio, o meglio se ci si rende conto che il meccanismo di base delle trasmissio 1 ni parlate e visive (dal giornale radio al 11otiziario scientifico, dalle cronache culturali alle recensioni) è quello che incide più profondamente sulle masse, non è possibile nascondersi ulteriormente che il rapporto radio-tv e cultura non può essere per forza di cose un rapporto limitato o peggio condizio-nato. Con questo non si vuole affermare che i mezzi audio visivi no11 abbiano dato e non diano un certo contributo alla diffusione della cultura, ma piuttosto che una tale diffusione si è svolta fino ad oggi su un piano inferiore, è stata parziale e incompleta, condotta con mezzi inadeguati allo scopo. Non sono mancate ottime cronache librarie, esaurienti dibattiti, trasmissioni di indiscussa serietà come le « Bibliografie ragionate » del Terzo programma, curate spesso da specialisti ben qualificati, ed anche alcune decenti (co11 le riserve dianzi esposte) rubriche televisive. Si è trattato tuttavia di trasmissioni a senso unico ad un pubblico culturalmente già avanzato o ad un pubblico da stimolare alla cultura. L'intervento è stato spesso positivo nel primo caso, nel secondo assai meno : si sono offerti gli orpelli, non la sostanza di una cultura, e qui è probabilmente il più grosso equivoco. FERDINANDO V IRDIA 108 BibliotecaGino Bianco

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