... Il libro di cultura, la sta,npa e la RAI-TV nel 1963 e nel 1964, ha avuto indici di gradimento non elevati. Per questa seconda, infatti, la media di tutti gli indici calcolati ... è 60. A proposito di Segnalibro è bene aggiungere che risulta maggiormente apprezzata dai telespettatori sensibili al mondo letterario e che la formula di trasmissio-ne viene generalmente ritenuta idonea a invogliare alla lettura dei libri presentati. Non mancano alcune riserve poste dagli intervistati: presentazione dei volumi superficiale e frettolosa, scarsità di chiarezza e limitato interesse delle opere presentate ». Il quadro ci sembra piuttosto scoraggiante. Tuttavia, a nostro parere, esso, è scoraggiante soprattutto perché queste trasmissioni non sono concepite nel quadro di una organica politica culturale. L'errore fondamentale della RAI-TV sino ad oggi è stato quello, sempre a nostro parere, di avere portato la cultura a livello dei radio e teleascoltatori piuttosto che essersi proposta di portare i radio e telespettatori al livello della cultura. « La RAI - ha scritto Cesare Mannucci nel suo libro Lo Spettatore senza libertà, apparso nel 1962 presso, gli editori Laterza e tuttora validissimo - trae prestigio dalla grandezza delle cifre relative al suo pubblico ». Il che significa altresì che l'Ente radiotelevisivo non è tanto schiavo dei suoi milioni di ascoltatori, ma delle cifre che puntellano il suo potere. In questo è appunto il segreto in gran parte del suo disinteresse culturale. Ed è questo, aggiungiamo, cl1e ci spinge a chiedere ancora una volta, anche in questa sede, una riforma a furida11ientis dell'Ente, d'accordo in questo con quanto ha affermato Ca!ìlo Ludovico Ragghianti nel primo convegno dell'Associazione Radioteleabbonati, che sia del tutto illusorio proporsi di migliorare la qualità culturale ed educativa, l'efficienza, l'imparzialità e oggettività informativa, senza una tale riforma dalle basi. Per co,nto nostro ci sembra tuttora valido quanto Ragghianti afferma nello stesso intervento: « La Radiotelevisione italiana, sul piano della cultura intesa nel senso piu generale del termine, funziona come u11a catena di giornali, di riviste, di attivita spettacolari dirette e gestite burocraticamente da un personale direttivo non responsabile e da un personale esecutivo formato mediante incarichi senza concorso e discriminati. I dirigenti amministrativi e funzionali, tutti dominati dal potere esecutivo come persone di fiducia, assicurano la rigorosa conformità delle trasmissioni, in ogni campo, alla volontà governativa e ad orientamenti che no-11 hanno carattere pubblico e, perciò, di libertà, ed obbedendo a codiéi di preferenza e di censura rigorosamente interni ». Sono questi criteri a tenere sostanzialmente lo,ntano il libro, e particolarm~nte il libro di cultura dalle trasmissioni. Esso è in un certo senso 11n « oggetto» che esula dalla competenza dell'ordinamento 107 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==