Ferdinando Virdia letteratura fine a se stessa e avulsa dalla realtà. Quanto poi alla maggior parte delle rubriche « culturali » televisive, a volte assai ben congegnate da un punto di vista spettacolare, esse, proprio per questa loro concezione, finiscono con l'informare pochissimo sui libri, riducendosi, il più delle volte, a presentazioni di autori, e si tratta quasi sempre di autori à la page, che raccontano a volte vicende personalissim,e, la cui apparizione sui teleschermi è solo atta ad accrescere alla trasmissione stessa la messe dei cosiddetti « indici di ascolto » e « indici di gradimento, »: il libro, passa quasi sempre in secondo o terzo piano, e si tratta il più delle volte, occorre dirlo, di libri di narrativa, o, al più, di libri di saggistica sulla narrativa e sulla poesia. Attività, è bene intendersi a questo pro,posito, con1tro l,e quali non abbiamo personalmente alcunché in contrario, se no,n altro a causa della nostra stessa professione, e che hanno ogni diritto di cittadinanza nel quadro di una cultura moderna (nessuno più di noi è d'accordo sulla formula di Hans Magnus Enzesberger sulla « letteratura co•me storiografia», e riteniamo che questa sia una particolare funzione del romanzo e della narrativa in genere), ma che nel quadro della gestione del nostro ente radiotelevisivo riducono troppo il can1po dedicato alle trasmissioni « culturali », al libro in sé e particolarmente al libro di cultura. Un grave ostacolo per una politica del libro di cultura nel campo delle trasmissioni radio e in particolare televisive risiede nel culto quasi ossessivo che le strutture della R.l\1-TV dedicano appunto a questi « indici di ascolto » e « di gradimento », la cui rilevazione è affidata a un servizio speciale dell'Ente, il « Servizio Opinioni », nel quale si rivela in modo spiccatissimo quella che è, la vocazione burocratica inestinguibile dell'Ente stesso. Nel «Quaderno» n. 11, l'ultimo apparso, e anche piuttosto di recente, del suddetto Servizio, sui programmi dal 1961 al 1964, si legge che l'accoglienza dedjcata da parte del pubblico alle ore di trasmissione di programmi culturali è stata « buona », se si considera « che la media di tutti gli indici di gradimento calcolati in questo periodo è stato di 68 e che l'ascolto, anche se non è risultato elevato· come quello delle tras1nissioni di riviste, varietà e di film, è stato pur sempre considerevole » oscillando tra i valori 67 e 68. Lo stesso avvicinamento di queste rubriche co,n quelle di riviste e varietà, può dire quale sia la disposizione della RAI-TV verso le trasmissioni culturali. « Per la rubrica Uomini e libri - aggiunge il « Quaderno» - è stato calcolato un solo indice di gradimento pari a 58. Non si hanno i dati relativi all'ascolto, tuttavia è possibile affermare che le trasmissioni di recensioni librarie e di attualità editoriale hanno scarso seguito presso i telesp.ettatori perché anche la rubrica Segnalibro, trasmessa 106 Biblioteca Gino Bianco
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