Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

.. IL libro di cultura, la tanipa e la RAI-TV vita culturale. In sostanza, la nostra stampa rima11e chiusa in un equivoco letterario, esaurisce in altre parole tutto il suo apporto verso la cultura allo spazio che concede alla letteratura e all'informazione letteraria, il che è certo un fatto culturalme11te positivo, ma lo sarebbe anche più se integrato in una più ampia e organica visione della vita culturale e dei problemi della cultura, del libro, in modo particolare, e delle sue possibilità di diffusione. A questo punto è necessario chiederci quale sia stata la funzione esercitata prima dalla Radio, sino a qualche decennio fa unico strumento di comunicazione di massa a grande e saremmo per dire capillare diffusione, e più tardi dalla stessa Radio e dalla Televisione per la diffusione del libro in generale e del libro di cultura in particolare. Qui il discorso si fa ovviamente assai più delicato, non tanto perché sussistano remore da parte nostra verso l'Ente rediotelevisivo, ma perché trattando un argomento siffatto è implicito un giudizio sulla politica culturale di un ente che è sostanzialmente un ente pubblico, direttamente o indirettamente sotto l'egida del Governo e del Parlamento, il che fatalmente coinvolge in se stesso altresì un giudizio di politica generale. In altre parole la gestione, diciamo così, culturale della RAI-TV, è un aspetto, e non certo il minore, della politica culturale dello Stato e dei suoi apparati governativi e amministrativi. Diciamo di più: è la società italiana in se stessa e nel suo atteggiamento verso la cultura che si rispecchia piì1 o meno fedelmente nella politica culturale attuata in seno all'Ente radiotelevisivo italiano. Ma esiste una vera e propria politica culturale della radiotelevisione italiana? La risposta non è troppo facile. Ci sembra che sia 1nancata anzitutto una po·sizione organica e ideologicamente univoca, il che rende anche più difficile un giudizio globale, che sia anche una chiave per renderci conto degli aspetti positivi e di quelli negativi di u11a gestione. La Radio e la Televisione - in modo particolare la prima - presentano non poche rubriche « culturali », ma si tratta quasi sempre di rubricl1e solo formalmente dedicate alla cultura. Si prende ad esempio, rubriche come L'Approdo, radiofonico e televisivo, come Segnalibro, come quasi tutto il Terzo programma radiofonico; non è difficile riscontrare come un loro di.fetta fondamentale sia quello di un origine « terzapaginistica », ossia quello di una impostazione sui criteri di quel tipo di « terza pagina » degli anni tra le due guerre, di cui abbiamo parlato a pro,posito del rapporto tra la stampa e l'editoria di cultura, cioè su criteri prevalentemente letterari, nel quadro di una 105 BibliotecaGino Bianco

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