Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

.. Il libro cli cultura, la stanipa e la RAI-TV una tendenza piuttosto diffusa a caratterizzarsi come vere e proprie pagine letterarie, con articoli, dibattiti, note polemiche che difficilmente evadono dall'ambito della letteratura e della vita letteraria. Esse costituiscono tuttavia un notevole progresso di fronte alla vecchia conce ... zione bellettristica e liricizzante della letteratura di terza pagina. È un merito tuttavia, ferme restando le riserve sopra esposte, di queste pagine librarie, spesso anche di giornali ispirati da concezioni e tradizioni politiche conservatrici, se si è potuta avvicinare a un pubblico più vasto una cultura moderna non soltanto letteraria, ma altresì storica, sociologica, scientifica, ed esperienze nuove non di rado a carattere rivoluzionario. In altre parole, è un merito di questi giornali di aver superato nei riguardi di questa nuova cultura quei complessi di inferiorità tipici delle vecchie classi dirigenti italiane, della veccl1ia destra economica timorosa di ogni novità e di ogni manifestazione di dissenso. Tuttavia non è certo con sporadiche recensioni di Marcuse, di Galbraith, di Lévi-Strauss, di Foucault, di Goldmann, o con brevi dibattiti sulle avanguardie europee o su] nouveau roman, sullo strutturalismo o sul post-strutt11ralismo che va impostata una politica vera e propria del libro di cultura, tanto più poi che non tutta la cultura contemporanea può essere racchiusa nelle esperienze di questi autori e nello sviluppo di queste correnti. Come è 11oto, la realtà culturale, come risulta non solo da ·un panorama mondjale, ma altresì da un esame anche sommario della produzione editoriale italiana, è molto più vasta e complessa, e non sempre si rispecc11ia nella sua vastità e complessità sulle pagine librarie dei giornali, che hanno, è vero, un vizio d'origine letterario con1e quello di cui abbiamo dianzi parlato, ma che hanno altresì un limite insito nella stessa strt1ttura del giornale, nei difetti saremmo per dire organici e organizzativi della stampa italiana, ed anche in talu11e sue tradizioni, sulle quali sarebbe troppo lungo diffonderci, con u11 discorso che ci condurrebbe piuttosto lontano dal nostro tema e dai problemi impostati in queste riunioni. Passiamo ora al settimanale, al rotocalco. Il panorama generale che ne risulta non è diverso da quello della stampa quotidiana, anzi in alcuni settori vi si nota un assai più diffuso· disinteresse verso la cultura e verso- un'editoria di cultura. Occorre tuttavia una distinzione fon,damentale tra settimanali a impostazione politica e settimanali di intrattenimento. Dei primi è stato esemplare forse insuperabile « Il Mondo », uno dei pochi organi della stampa italiana seriamente impostati su una cultura· organica, che non sia mai venuto meno ai suoi impegni e 103 BibliotecaGino Bianco

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