Il libro di cultura, la stampa e la RAI-TV':- di Ferdinando Virdia Qual'è l'apporto degli strumenti di informazione di massa alla diffusione della cultura? Osserviamo il problema dal punto di vista cl1e ci suggerisce il tema del nostro convegno: « Una politica per il libro di cultura ». Un primo elemento di osservazione che si presenta di fronte alla nostra indagine e quello della stampa italiana nei suoi vari aspetti e nelle sue varie manifestazioni. Da qualche anno la maggior parte dei giornali italiani pubblica settimanalmente una pagina di recensioni librarie affidate in genere a specialisti di vario livello. L'iniziativa non è nuova: se non andiamo errati essa ha avuto notevoli precede11 ti con pagine come il « Diora1na Letterario » della « Gazzetta del Popolo » di Torino, a cura di Lorenzo Gigli, nel periodo fra le due guerre, e, negli anni successivi al seco11do conflitto 1nondiale, « Il Raccoglitore » di un quotidiano di provincia di solide tradizio11i, con1e « La Gazzetta di Parn1a », il cui primo respo11sabile è stato, con la consulenza attentissima di Attilio Bertolucci, un giovane scrittore immaturamente scomparso, Silvio d'Arzo. Due precedenti n1olti significativi e pre ocl1é e mplari al1ncno da t1n punto di vista letterario, che è quello più direttame11te alla portata di chi vi parla, sul qual si sono più o meno co11formate più tardi le altre i11iziative del gen re. Il « Diorama » del giornale torinese fu in effetti un vasto panora1na settima11alc della narrativa, della poesia, della saggistica, e aprì le sue colonne -- certo compatibilmente a quella che era la situazio11e g nerale della sta111pa italiana in quell'epoca ma talvolta tenta11do un discorso europeo non propriamente conformista - ai più notevoli scrittori italia11i di quel periodo. Il « Raccoglitore» di Parma, fu invece, qualche anno più tardi, l'espressione di una letteratura postbellica che riasst1meva in pieno una dialettica tra generazioni, sul filo di q11ella cl1e poteva essere stata la tematica di una rivista come « Salaria » e successivamente di « Letteratura », ma con 11na particolare i1npostazio11e di grt1ppo, in particolare di quel gruppo letterario toscano-e.miliano che negli a11ni cinquanta ebbe a Parma un suo luogo di incontro, se non altro per la presenza in loco, ,•,Questo articolo corrisponde al testo della relazione presentata al Convegno indetto dal Club della Repubblica sul tema « Una politica per il libro di cultura» (Roma, 23-24 aprile 1968). 101 BibliotecaGino Bianco
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