Pasquale Satalino L'ultimo capitolo dello schema si occupa dell'assetto, territoriale. Elemento• di considerazione preliminare è il fatto che la regione pugliese è andata via via caratterizzandosi, in seguito agli interventi fin qui effettuati ed alle indicazioni del piano di coordinamento, relative ai comprensori agricoli, industriali e turistici. Non ci sono perciò grossi interventi da effettuare, per indicare le prospettive di ciascuna zona. Quel che c'è invece da fare è t1n discorso sull'integrazione tra zone già sviluppate e zone arretrate, a cominciare dal Salento e dalla Murgia, in modo- da riequilibrare il processo di crescita regionale e renderlo il più possibile o·mogoneo . .Si tratta di affermazioni di principio, alle quali, in effetti, non seguono i· piani operativi. E così, anche questa parte ha trovato piuttosto scettici sia coloro che hanno studiato lo schema che, soprattutto, i responsabili politici ed amministrativi di alcune zone, specialmente salentine. Centri di attrazione do·vrebbero continuare a restare i cinque capoluoghi, ai quali bisogna però tentare di dare un respiro più ampio, per evitare congestioni nocive. Una parte notevole dovranno avere comunque anche le grosse « città contadine » del Nord barese, mentre i comuni minori, specialmente nel Salento, dovranno disporre di servizi-civili in • consorzio. È ovviamente determinante, per un razionale assetto del territorio, la presenza di buone st:r~adee di altrettanto buone ferrovie. A proposito di queste ultime, si chiede il raddoppio e l'elettrificazione dei tratti Bari-Lecce e Bari-Taranto. A puro tito.Jo di cronaca bisogna, al riguardo, ricordare che, a dire dei tecnici, il binario U:Qico è ancora largamente sufficiente a sosten·ere il volume di traffico prevedibile nei prossimi anni, sia tra Bari e Lecce che tra Bari e Taranto. Su quest'ultima linea, invece, dovrebbe essere. studiato il modo di ridurre la tortuosità del percorso e l'eccessivo dislivello, che la rendono inaccessibile ai grossi co·nvogli • merci. Non volevo fare l'esame dello schema pugliese, ma vedo che buona parte di questa nota vi è stata dedicata. Aggiungo allora che il documento, così com'è, quasi certamente non sarà approvato. Sono tali e tante le proteste, le richieste -di n1odifica, le accuse di leggerezza e di parzialità che gli sono state mosse, ancl1e in sedi autorevoli - co-me il Comitato Regionale della Democrazia Cristiana, i consigli comunali e provinciali di Lecce, Brindisi e Foggia, i sin-dacati -, che c'è da star sicuri sul fatto che la Puglia dovrà contare, fra breve, sul suo terzo progetto di schema di sviluppo . . Pe-rché si è perso tutto questo tempo? La domanda sembra lecita; 96 - Bibliotec·a Ginò Bianco
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