I Puglia da progra111111are nere questo risultato, in mancanza di effetti immediati nel settore degli investimenti industriali, si ipotizzava di anticipare ed accelerare i grandi lavori nel settore delle infrastrutture e delle opere pubbliche, a cominciare dal piano di irrigazione. Contemporaneamente, bisognava prevedere degli interventi piuttosto massicci nel settore della formazione professio11ale, in modo da poter disporre di operai specializzati, nel momento in cui i nuovi impianti industriali cominciassero a funzionare. Queste preoccupazioni non sono state fatte proprie dal nuovo schema che, anzi, ha addirittura eliminato il problema avvalendosi della invo~ lontaria complicità dell'ISTAT. In primo luogo il nuovo• schema commette l'ingenuità di considerare possibili in meno di due anni e mezzo (quanti ne restano fino al 1970) gli investimenti prevedibili per il quinquennio 1966-1970. A me sembra invece piuttosto illogico pensare che sia possibile investire in così breve periodo 900 miliardi nell'industria e 420 in agricoltura. I11 secondo luogo viene cancellato il problema della occupazione, poiché si prendono per buoni i dati ISTAT, che assegnano alla Puglia soltanto 41.000 disoccupati. Sappiamo tutti come son fatti quei dati ISTAT, che r1on considerano i sottoccupati, le donne, i diplomati ecc.; nessuna persona dotata di b11on senso· dovrebbe 11tilizzare dunque quella fonte, pur con tutto il rispetto dovuto all'Istituto Centrale di Statistica, benemerito per tanti altri motivi. I tecnici cl1e hanno realizzato il nuovo• schema pugliese ci sono invece cascati. Il risultato di questo errore sarà ben evidente tra qualche anno, se non si rimedia in tempo. Ma rimediare in tempo significa rifare tutto daccapo. Manca, dunque, in questo schema, un certo richiamo alla difficoltà del momento, al tempo trascorso, all'impossibilità di far tutto al più presto. Si parla, è vero, di prospettive necessariamente più ampie, rispetto al breve periodo 1966-1970, ma il discorso si ferma alle prime pagine. Poi tutto scorre come se il documento fosse stato scritto nel 1965. Ma perché nascondersi dietro un dito? C'è tin altro rilievo, da muovere allo schema pugliese; esso non p11ò esser considerato t1n vero e proprio programma, poiché molte parti sono soltanto accennate, intuite, enunciate, mentre mancano di documentazione. Spesso si fa, anzi, accenno alla necessità di approfondire gli studi, di avviare ricerche, di esaminare altri doc11menti. Siamo dunque ancora piuttosto nel generico, nell'indicazione di 1nassima. Cl1i ha letto almeno qualcuno, degli altri programmi regionali si accorge subito che quello pugliese, sia pur snello e leggibile com'è non è ancora un documento valido. Oggi la programmazione non si fa con la buona letteratura, ma con l'econome.trica. Il che non si può dire per lo schema che esaminiamo. 91 · Biblioteca Gino Bi8nco
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