.. I Editoriale revisionis1no - di Giorgio Amendola, per esempio - come degenerazione « borghese » del comunis1no. Il nostro non vuole essere itno dei tanti discorsi provocatori che si fanno oggi nei confronti dei comunisti italiani, profittando della condizione in cui si trovano i comunisti cecoslovacchi. Certo, c'è chi accusa i comunisti italiani di avere concesso ai cecoslovacchi soltanto una solidarietà di ordine tattico e chi incalza i comunisti italiani con la denuncia dei loro residui rapporti di subordinazione al Cremlino; e tutto questo, naturalmente, per inserirsi più efficacemente nella per tanti versi pretestuosa polemica sulla « delimitazione della maggioranza ». Ma non per questo i problemi di cui si diceva, e soprattutto il problema di portare avanti ·coerentemente e non strumentalmente il discorso sul revisionismo così rispetto alla questione del partito unico ed a quella dello Stato-guida come rispetto alle degenerazioni cubane e cinesi della sinistra, non propongono ai comunisti italiani difficili e tuttavia non più eludibili scelte. In altri termini noi riteniamo che i più intelligenti e più « liberali » fra i comunisti italiani si rendano conto che, dopo il discorso sulle vie nazionali, quello sul revisionismo non può più essere eluso con diversioni tattiche e grazie ai successi elettorali; e si rendano conto che questo discorso non può non suscitare profondi contrasti nella misura in cui mette in discussione, da un lato, il principio del partito unico ed il principio dello Stato-guida e, dall'altro lato, l'atteggiamento da assumere nei confronti delle nuove « malattie infantili ». E tuttavia, riteniamC> pure che, per il timore di affrontare questi contrasti, per evitare c.he essi vengano alla luce, per soffocarli, i comunisti italiani, anche i più intelligenti ed i più « liberali », potrebbero da un lato rimanere chiusi nelle vecchie e anacronistiche barriere ideologiche, lasciandosi sopravvanzare dai fatti, e, dall'altro lato, paghi del successo elettorale di maggio, finire in qualche modo a rimorchio dei nuovi settarismi di sinistra che si vanno manifestando con virulenza. A meno che a Praga non accada il peggio; il che, ovviamente, non ci auguriamo. Noi ci auguriamo che i « liberali » di Praga riescano a consolidare i loro successi politici nei confronti dell'URSS e di tutti i comunisti conservatori dell'Est e dell'Ovest; ma i fatti di Praga, quelli avvenuti e quelli che sarebbero potuti avvenire, costituiscono una « lezione delle cose» dalla quale anche i comunisti italiani dovrebbero trarre tutte le conseguenze, sia pure quella di affrontare responsabilmente i contrasti di cui si diceva. 7 . ibliotecaGino Bianco
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